Il 10 agosto 1999 a Palazzolo, in un ideale abbraccio senza confini, si incontrano tutti i devoti del Santo bimartire
Palazzolo
Acreide. Tutto iniziò nella primavera del 1414 quando
nell'antico porto di Trogilo, tra Siracusa ed Augusta, i naufraghi di una nave
inglese tentarono di riportare via una cassa con dentro la statua di S.
Sebastiano ritenuta l'artefice della loro salvezza. Furono inutili i loro
sforzi e quelli dei Siracusani: la cassa miracolosa divenuta pesantissima, sembrava
piantata sugli scogli. Solo i Melillesi riuscirono a portare in paese la statua
del miracolo. Da allora il culto di S. Sebastiano, già assai diffuso fin dal IV
sec., in Sicilia ricevette un nuovo grande impulso.
I nuri di Melilli
Dire S. Sebastiano di Melilli significa dire nuri. La tradizione del viaggio penitenziale al Santuario della città iblea ha, per
così dire, lontane origini "adamìte". Infatti, sino al 1890,
"...i nudi - scriveva S.
Crescimanno - venivano veramente nudi
(onde il nome) cioè in costume prettamente adamitico, se togliete una pietosa
fascia che covriva quelle certe parti... che taluni si ostinano a chiamar
vergognose. In tale costume S. Sebastiano fu martirizzato, ed in tale costume i
fedeli dovevano compiere il voto: non c'erano Cristi nè Madonne! Pietosa però,
o provvida, intervenne la legge".
I nuri
sono gruppi organizzati di devotissimi vestiti
di bianco con un fazzoletto legato in testa e con una fascia rossa che gli
attraversa il petto: a piedi scalzi, con un mazzetto di fiori in mano e spesse
volte con un bambino sulle spalle, il 4 maggio si recano in pellegrinaggio al
santuario di Melilli. Quelli locali partono alle sei del mattino dall'edicola
della Santa Croce e arrivano a gruppi gridando e omaggiando il loro glorioso Santuzzu.
Fin dalla notte, però, una vera e propria fiumana
di gente a piedi e anche scalza si mette in cammino da ogni parte per essere
presente al momento dell'apertura della Basilica che avviene alle 4 del
mattino.
Da quel momento il tempio è preso d'assalto da
centinaia di devoti e di nuri che
entrano in chiesa, invocano S. Sebastiano e infine vanno infine a baciare la
mensa dell'altare maggiore sul cui grado è posto il braccio delle reliquie
contenente una boccettina con alcune gocce di sangue del Santo. E ad ogni
drappello che arriva, si rinnovano grida e scene di intensa commozione, di
isterismo a volte, mentre, come in un interminabile girotondo, altri devoti si
accalcano senza sosta sulla passerella e toccano il Santo, lo baciano con le
mani, gli spogliano e gli accostano i bambini, si aggrappano alla vara, gridando, piangendo.
Tra i gruppi di nuri più numerosi, per ultimi, dopo quelli di Sortino con la
caratteristica birritta bianca,
arrivano in trecento e oltre i nuri
di Solarino, stanchi, stremati, piangenti e con i piedi sanguinanti: hanno
compiuto un viaggio di circa 40 km e offrono la loro personale sofferenza a S. Sebastiano. E' un vero e proprio atto
d'amore, un inno alla devozione e alla fede.
I nuri di Canicattini
A Canicattini Bagni San Sebastiano rispetto a
Melilli viene festeggiato circa una settimana prima, esattamente l'ultima
domenica di aprile. Anche qui, dagli inizi di questo secolo, si svolge la
processione dei nuri.
Il giorno
della festa di primo mattino i penitenti si riuniscono presso la Villa del
Seminario. Dopo una breve meditazione davanti al simulacro di S. Sebastiano
presso la cappella della "Villa", alle ore 7 il gruppo (una
quarantina circa) con al seguito nuri
bambini e nuri donne, si avvia al
grido di "E chi semu tutti muti...
prima Diu e Sam Mastiaaanu; cu vera firi lu ciamamu... prima Diu e Sam
Mastiaaanu; ..."
Arrivati alla chiesa delle Anime del Purgatorio
prelevano la statua del Bimartire e la portano in processione fino alla chiesa
Madre dove viene celebrata la Messa con panegirico. Nel pomeriggio il Santo
viene processionato per tutto il paese.
I nuri di Avola
S. Sebastiano ad Avola è festeggiato nella
seconda domenica di maggio. Il culto per il bimartire esisteva già dal 1449, ma
la festa si incrementò partire dalla seconda metà del secolo scorso.
Il rito dei
nuri avolesi è assai ricco di spettacolarità e di devozione allo stesso
tempo. Partono alle 7 del mattino dall'edicola di S. Sebastiano detta "U Misteri", a circa 4 chilometri da
Avola.
La prima parte della processione è composta da
devoti con gli abiti usuali e con molte donne e bambini vestiti di rosso che
invocano S. Sebastiano recando in mano ceri, ex voto, statuette del santo e
altro. Segue un coreografico serpentone bianco, lunghissimo, che copre a vista
tutto l'asfalto della statale 115: sono i nuri
che, scalzi e con il mazzetto di fiori in mano, consumano il rito del
pellegrinaggio al Santo "senza paura". Il loro viaggio è
contrassegnato da continue invocazioni, guidate dai "capitani": "E-cchi semu surdi e muti l''Aulisi?
Ccu-bbera firi: Viva Sammastianu!... E nn'è Ssantu miraculusu! Cu cci capita
cci criri! E nn'è Ssantu ri paura! Viva Sammastianu!... E cciamamulu, ca
n'aiuta! E cciamamulu, ch'è ccapitanu!...
Lungo il percorso ad ogni edicola di S. Sebastiano si fa 'a ddinucciata: i nuri omaggiano il Santo
stando in ginocchio per alcuni minuti.
All'ingresso in città il simulacro di S.
Sebastiano accompagnato dalla banda si unisce alla processione che termina alla
chiesa madre, e qui nuovamente grida di invocazioni, bambini vestiti di rosso
spogliati al Santo, devoti che piangono, centinaia di candele che bruciano.
I nuri
di Ferla
Anche a
Ferla i nuri sono tra i protagonisti
della festa che si celebra il 20 luglio. Anzi qui hanno il privilegio di essere
i portatori del Santo.
Si vestono nella parte alta del Corso, nei pressi
della chiesa di Santa Maria delle Grazie. La loro tenuta è prettamente estiva:
capo scoperto, petto nudo con una fascia rossa di traverso legata ai fianchi e
sulla quale è appuntata l'immagine del Santo, pantaloni bianchi filettati di
rosso ai lati.
Verso le ore 11,30 accompagnati dallo stendardo e
dalla banda e al grido di "...e cchi
ssiemu tutti muti? Viva San Mmastiaaanu!..." si avviano in processione
verso la chiesa, preceduti da un lungo nastro rosso con il denaro offerto da
loro stessi, da fasci di fiori e dal nuru
più anziano che regge il quadro del Patrono.
Dopo una breve sosta davanti al sagrato, appena
scocca mezzogiorno, repentinamente, al grido di Viva San Mmastiaaanu...! i
nuri, di corsa vanno a caricarsi il
fercolo all'interno della chiesa. Uscito il Santo tra scampanii, mortaretti e
volantini colorati, inizia la solenne
processione a spalla per le strade del paese.
I nuri
a Palazzolo il 10 agosto
Per coronare degnamente il gemellaggio tra la
comunità di S. Sebastiano di Palazzolo e quella di S. Sebastiano di Melilli
tutti i nuri della provincia si sono
dati appuntamento il 10 agosto a Palazzolo (venerdì 13 agosto sarà proiettato
il video I nuri di S. Sebastiano a
Canicattini, Ferla, Avola, Melilli a cura di chi scrive). Il loro non sarà
un pellegrinaggio vero e proprio quanto piuttosto una testimonianza
significativa e palpabile della grande devozione di cui gode S. Sebastiano
nella provincia di Siracusa. Il momento in cui andranno ad omaggiare il Santo,
alcuni minuti prima della sciuta,
sarà quello dove tutti si sentiranno accomunati da un ideale abbraccio senza
confini al Santo bimartire.
IL CORRIERE DEGLI IBLEI, luglio-agosto1999
Nessun commento:
Posta un commento