Giovedì 12 agosto alle ore 21 “Ci vediamo al Cavallino Rosso” in piazza del Popolo n. 19.


Il libro racconta la città: luoghi, storie, persone, occupazioni, abitudini.   

È un tassello di storia minore del nostro territorio: dà una veduta d’insieme di quelli che furono gli anni Sessanta o giù di lì.

Protagonisti sono le persone che all’incirca operarono in quegli anni e con i loro comportamenti, le azioni più o meno ordinarie della vita quotidiana lasciarono un segno, ancorché minimo: ognuno secondo le proprie specificità.

Protagonisti sono le persone che a volte diventano io narrante e raccontano… raccontano… e si raccontano.

Protagonisti sono le testimonianze, le immagini, i ricordi in prima persona dell’Autore, visto il tipo di lavoro svolto dai propri familiari. Per oltre un quarto di secolo non solo ha condiviso fatiche e responsabilità ma ha pure respirato le atmosfere fumose e a volte controverse di quegli ambienti (il caffe “Acre” prima e il “Cavallino Rosso” poi) popolati da una composita fauna umana. Ha avuto modo, così, di conoscere a fondo una parte dei personaggi presi in considerazione nel presente lavoro e tratteggiarli senza scostarsi troppo dal loro profilo autentico. Per la restante parte dei personaggi si è servito anche qui dei ricordi personali, ma soprattutto delle tantissime testimonianze orali acquisite nel corso degli anni. 


 

Correva l’anno… Palazzolo. La chiesa rupestre di san Corrado

 


Dopo il terremoto del 1693 delle oltre 38 chiese e chiesette esistenti a Palazzolo, per motivi diversi (o perché diroccate o perché abolite per carenza di devozione), ne rimasero aperte al culto meno della metà, tra queste anche la chiesa rupestre di san Corrado nella grotta omonima, nel costone a picco sulla valle dell’Anapo.