Cose arabe

 Questa semenza dunque... raccolta in una sottilissima pezza di lino, si tiene calda tra le mammelle delle donne...

 
"Sparse le gualdane in ogni luogo, sforzò e schivò la fortezza di Acri e col novello terrore delle stragi, delle depredazioni e de' guasti, piombò sopra Siracusa". 

Correva l’anno… 1964. Paolo Tarzan, gli Jivaros e la testa umana rimpicciolita (tsantsa)

Paolo Tinè, del ramo dei “Cazzarelli”, da ragazzo era conosciuto come Paolo Tarzan per la grande abilità di arrampicarsi sugli alberi tale e quale una scimmia, vale a dire come Tarzan, l’uomo scimmia per antonomasia.



Sotto le finestre sud del plesso scolastico delle elementari di Piazza Biblioteca, di fronte alla porcilaia dove don Nannino tirava su i suoi maiali a forza di lavatura, cioè con l’acqua di cottura della pasta della refezione scolastica, una volta esisteva un gigantesco albero che in altezza superava le finestre del 1° piano. Su quell’albero, Paolo, tutti i giorni all’uscita da scuola, dava dimostrazione della sua destrezza arrampicandosi fin sulla cima e, saltando da un ramo all’altro, emulava le gesta di Tarzan, accompagnate, naturalmente, dal mitico urlo.