La tradizione di Natale più radicata e diffusa in Sicilia è quella della
costruzione del presepe. Questa consuetudine ebbe un notevole incremento
soprattutto dopo il terribile sisma del 1693,
«Tre cose sottili sono il maggior sostegno del mondo: il sottil rivolo di latte dalla mammella della mucca dentro il secchio; la foglia sottile del frumento ancora verde sulla terra; il filo sottile sulla mano di una donna industriosa. Tre rumori di prosperità: il muggito di una mucca gonfia di latte; il tintinnio del ferro di una fucina; il fruscio di un aratro.» (The Trials of Ireland, secolo IX)
"TOPONOMASTICANDO" : Suor Girolama Scalzo (Scalza, Scarso)
Ronco Scalzo (5° a sx di via Castelvecchio - in loco
manca qualsiasi indicazione)
Il 21.3.1622 diventò principe di Palazzolo don Vincenzo
Ruffo Santapau. Durante questo Principato
“la bizzocca” Suor Girolama Scalzo (ma anche, Scalza, Scarso) “infervorò il popolo di Palazzolo di fondare
il Convento dei PP. Domenicani".
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Toponomasticando
I vecchi frantoi per le olive
"Annata r'aulivi si mangia e si vivi".
Dopo il frumento, erano le olive il bene più prezioso che i colli
Iblei offrivano ai contadini, occupati da novembre a dicembre, nelle semine e
nella raccolta delle olive da portare al frantoio.
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Mestieri tradizionali
ERAN VENTUNO: Etturi u Sardignolu (Ottorino Steri)
Venutagli meno la madre a 7 anni, Ettore fu mandato a
pascolare le pecore. Ma per poco. Alla prima occasione piantò tutto e andò a
Cagliari a trovare uno zio maresciallo della benemerita. Stette con lui fino
all’età di 19 anni, quando ottenne la qualifica di cuoco.
Autunno, tempo di caldarroste
“Ieeee
nun ci iti ‘nti mo frati, ca su fraciti e ammucati: m’abbruciu! m’abbruciu!”…
A Palazzolo,
l’autunno si preannuncia la vigilia dell’Addolorata con il profumo delle
castagne arrostite.
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Tempo di ...
"TOPONOMASTICANDO" : Alfio Romano
Ronco Romano (3° a dx di via S. Sebastiano)
Questo ronco di via S. Sebastiano porta il nome di un valente giureconsulto nato a Palazzolo intorno al 1580: Alfio Romano. Costui esercitava la sua professione a Palermo, dove, presso la Corte, era tenuto nella massima considerazione per la sua oratoria e per la sua dottrina.
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Toponomasticando
10 agosto 2001: gemellaggio tra Palazzolo Acreide ed Acireale nel nome di san Sebastiano
San Sebastiano è uno dei
santi più celebrati in Sicilia. Sono tantissime le chiese a Lui dedicate e
tantissime le feste che si svolgono in suo onore il 20 gennaio e/o in un'altra
data convenzionale.
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Feste ed eventi
La festa di S. Sebastiano a Ferla
Con diploma datato 26 dicembre
1481 l'allora vescovo di Siracusa monsignor Dalmazio Santo Dionisio, diede
facoltà al Capitano, ai Giudici, ai Giurati e alla Università "della
Comune di Ferla" di erigere una chiesa dedicata a S. Sebastiano martire.
Distrutta dal terremoto del 1693, la chiesa fu poi riedificata per PIA
DEVOTIONE CONFRATRUM S. SEBASTIANI... come si rileva dall'iscrizione sul
cornicione del secondo ordine della facciata.
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Feste ed eventi
ERAN VENTUNO: U Prufissuri Sisinu (Carmelo Sisino)
Chi fu testimone difficilmente potrà dimenticare
quella scena esilarante avvenuta al Corso in un lontano Carnevale degli anni
’50.
Palazzolo. Dove la lavanda si chiama “spica ri san Paulu”
Palazzolo Acreide. 29 giugno, festa di san Paolo a Palazzolo:
“…vediamo dappertutto uomini e donne con
spicaddossu, spiga (lavandula spica) legata a foggia di mazzuola, offerta
comunissima al santo; …” (G. Pitrè, 1900).
In Italia la lavanda viene ampiamente coltivata a scopo
ornamentale in orti e giardini e con i fiori essiccati vengono spesso
confezionati piccoli sacchetti utilizzati per profumare la biancheria.
TOPONOMASTICANDO: Paolo Orsi
Via Paolo Orsi (1a a dx di via Paolo Miano)
Gabriele Judica, Paolo Orsi, Luigi Bernabò Brea. Tre
appassionati e insigni studiosi di archeologia intimamente legati a Palazzolo
Acreide e alle sue origini, alla sua storia, ai suoi arcani.
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Toponomasticando
C’era una volta… Le sanguisughe o mignatte
La sanguisuga o mignatta (mignatta! non mignotta… questa è un’altra specie: nei
registri delle parrocchie i bambini figli di "madre ignota", venivano
registrati con la forma abbreviata “m. ignota”; da qui fu facile, creare un
neologismo con un’accezione completamente diversa) è un verme abitatore di stagni
e fiumi.
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Tradizioni costumi e curiosità
ERAN VENTUNO: Don Giuvanninu Sussuni (Giovanni Rizza)
Se l'ascia ha occupato da sempre un posto di primo
piano tra gli strumenti usati dall'uomo, il legno è stato certamente il
principale materiale d'uso per tutti quegli oggetti di immediata utilità o strumentali
impiegati nel quotidiano dalla civiltà contadina e dalle classi subalterne.
A chiddi tiempi. I mesi “grandi”: febbraio, marzo, aprile
Prima ri Natali nè friddu nè ffami /
Doppu Natali friddu e ffami.
Sulla
scia di dicembre, a gennaio si riusciva bene o male ad andare avanti dando
fondo alle scarse provviste rimaste. Era questa la società povera, contadina, delle
classi subalterne, ancora sul finire degli anni ’40 del secolo scorso, rigidamente
divisa in classi: contadini, jurnatari,
braccianti, umili artigiani, industriosi,
ecc.
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Civiltà contadina
TOPONOMASTICANDO: Margherita
Via Margherita (da piazza G. Marconi a
via Maniscalchi)
L'uomo
della strada, quando si trova a leggere questo nome nella toponomastica
palazzolese per prima cosa pensa alla pizza margherita, poi pensa al
comunissimo fiore di campo e infine magari arriva a pensare a Margherita,
moglie di Umberto I re d'Italia, quindi Margherita di Savoia prima regina
d'Italia. Sarebbe bastato scrivere via "Regina Margherita" e non
sarebbe sorto nessun dubbio (vedi via Elena: idem).
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Toponomasticando
Il maniscalco
"I maniscalchi
non possono ferrare le vetture) nè salassarle o medicarle nelle strade, ma in
luoghi ritirati e rinchiusi da muri. Il sangue però non possono versarlo a
terra, ma raccoglierlo nei tinelli".
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Mestieri tradizionali
ERAN VENTUNO: U Prizzaturi (Paolo Pirruccio)
Aveva iniziato curando le bestie,
finì con il curare le persone; nel giro di qualche anno, don Paolo, da semplice
contadino divenne un guaritore assai apprezzato e conosciuto nella nostra zona
e oltre. Lo chiamavano u Prizzaturi
per il mestiere esercitato dal bisnonno il quale, oltre che a fare il contadino
anche lui, aveva fatto pure lo stimatore, prizzaturi,
di terreni, case e animali.
Il cannolo siciliano dolce specialità di Carnevale
"Beddi cannola di Carnalivari, megghiu vuccuni a
lu munnu un ci nn'è... Cui li disprezza è un gran curnutu affè!".
Il
nome di questo delizioso dolce siciliano deriva dal latino "canneolus" e significa "internodo
della canna", cioè lo spazio che nella canna passa tra un nodo e l'altro.
Si tratta di un fustino, lungo 15
cm e largo 3 circa, attorno a cui vengono accartocciati
i dischetti di sfoglia (le cialde) prima di andare a finire nel padellone con
lo strutto.
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Tradizioni costumi e curiosità
Toponomasticando: Felice Leggio
Via Felice Leggio (1a sx di via don Luigi Sturzo)
Subito dopo l'8
settembre 1943, giorno in cui fu annunciato l'armistizio di Cassibile che sanciva la cessazione delle ostilità tra
l'Italia e gli anglo-americani, i tedeschi iniziarono l' "Operazione
Asse".
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Toponomasticando
Santa Lucia di Mendola tra Palazzolo e Noto
Nel numero 18, anno IX, di
Cammino, il prof. Aliotta confuta quella tesi, la quale sostiene che "la Santa
Lucia" venerata a Mende (o Mendola) è una vedova e martire romana, perseguitata
dall'imperatore Diocleziano perché diventata cristiana. Egli asserisce invece,
confortato da ricerche e studi (secondo Lui) più probanti, che Santa Lucia di
Mendola è la stessa Santa Lucia vergine e martire di Siracusa.
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