…i capperi, Frine,
li dava come stimolante (una sorta di Viagra) ai suoi amici quando erano
fortemente esauriti.
PALAZZOLO - Puntualmente, a partire dal mese di Giugno, arriva il
venditore di capperi con la sua inconfondibile vanniata: “I coccia i
ciappiri... i coccia i ciappiri... ciappiri ca sù belli!…". Va girando a
piedi per strade e viuzze con la cesta sotto il braccio riportandoci ad
un'atmosfera d'altri tempi quando per le strada si incontravano i venditori
occasionali con i panieri colmi di frutta di stagione, naturale e priva di
trattamenti e pumpiati: gelsi, fichi, pere, albicocche, marbullani…
La leggenda di Venere e il cappero
Narra la leggenda che Giove e gli dei più rappresentativi dell'Olimpo un
giorno erano scesi a Cossyra (Pantelleria) per assistere ad una insolita corsa
di asini: il vincitore avrebbe perso la forma asinina e sarebbe andato alla
ricerca di Psiche, la bellissima giovinetta che aveva corrotto Cupido, il
figlio di Venere.
“Capperi, che corsa!” esclamò compiaciuta Venere nel vedere presente
il gotha degli dei e tutto il grande fervore che c'era in giro, e intanto,
sdraiata su un verde prato, accarezzava l'erba che per miracolo si trasformava
subito in fiori solitari dalla bianca corolla.
“Allora ci chiameremo Capperi, o Ciprigna” si premurarono a raccomandare
quei fiori “perchè tu sei stata la prima a chiamarci così...”.
"E Capperi siate!” annuì la dea, sorridendo.
Fin qui la leggenda. Nella realtà, il cappero, originario della zona
subtropicale asiatica, era davvero conosciuto sin dall'antichità dai Greci e
dai Latini ed è citato da parecchi scrittori georgici (Plinio il Vecchio e
Columella fra tutti) che ne magnificarono le tante virtù. Oggi è diventato un
arbusto tipico della flora mediterranea; il suo nome si fa risalire all’arabo
“cabir”. La pianta ha elegante portamento pensile con lunghi stami dai
filamenti rosati di bellissimo effetto su cui si innestano bianchi fiori
effimeri e sottilmente profumati. Predilige ambiente calcareo, siccitoso,
assolato e ventilato; allo stato spontaneo va ad abbellire falesie rocciose e
latomie, nicchie, crepe ed anfratti.
Nel vederlo irraggiungibile, in alto, tra gli interstizi di vecchi muri o
nelle spaccature di rocce strapiombanti, non si penserebbe che il cappero
è una pianta destinata ad uso medicinale e alimentare. E invece a tale scopo,
viene coltivato in forma intensiva nelle nostre isole, nella fattispecie nella
citata Pantelleria, dove affianca in misura crescente i terrazzamenti destinati
al vigneto e nell’arcipelago delle Eolie, in particolare a Salina e a Lipari.
Recentemente il cappero pantesco ha ottenuto il riconoscimento d.o.p.
Cosmetica e medicina popolare
Tante sono le proprietà che la medicina
popolare attribuisce a questa preziosa pianta arbustiva, tra le quali anche spiccati
meriti cosmetici. E qui viene tirata di nuovo in ballo, seppur indirettamente,
la bella Venere.
I due grandi scultori greci Apelle e
Prassitele per scolpire le due famose statue di Venere, la Venere di
Cnido e la Venere Anadiomene, utilizzarono come modella Frine, famosa etera
vissuta in Atene nel IV secolo a. C. A tal proposito si racconta che, questa
ragazza, già molto bella di suo, per aumentare l’avvenenza e assomigliare
sempre di più a Venere, faceva frequente uso di bottoni di cappero, anche se
non ne aveva di bisogno poiché la sua bellezza era al top. Un’altra scuola di
pensiero ci fa sapere che i maligni del tempo andavano dicendo in giro che
Frine, invece, i capperi li dava come stimolante (una sorta di Viagra) ai suoi
amici quando erano fortemente esauriti.
Oggi, per le signore che vogliano
combattere le rughe precoci, sono utili le "maschere" di capperi
freschi pestati, i cui succhi, restringenti e rivitalizzanti, fanno sparire
letteralmente i primi segni di invecchiamento.
La medicina popolare, ab antico, ha sempre
fatto grande uso di questa pianta. Il medico greco Dioscoride ne esaltava le
virtù curative contro il mal di fegato, per stimolare la funzionalità dello
stesso, per guarire da altre malattie.
La cappariturina, un glucoside amaro
contenuto nella radice e nella corteccia dura della pianta (quella più vicina
alle radici), possiede spiccate proprietà diuretiche e antiartritiche; difatti
gli abitanti di Pantelleria che hanno la materia a iosa e a prima a portata di
mano, ne preparano un potente decotto assai efficace per la cura dei reumatismi
e in grado di aumentare sensibilmente la diuresi.
Contro le tumefazioni della milza sono
consigliate applicazioni topiche a base di olio di oliva nel
quale siano state cotte radici di capperi.
Contro i "tumori freddi" della pelle, secondo la credenza
popolare, si devono raccogliere delle foglie di cappero con la mano sinistra;
pestate ed applicate portano alla suppurazione e quindi ad una
graduale risoluzione del problema.
In cucina
I capperi veri e propri sono i boccioli
dei fiori ancora chiusi, turgidi e duri. La caratteristica principale dei
capperi, però, deve essere la tenerezza, quindi più sono piccoli e più sono
pregiati.
Appena raccolti i bottoni non sono
commestibili ma necessitano di un periodo di salagione. Per le grandi quantità
si provvede a distenderli a strati in mastelli di legno: 3-4cm di
boccioli e uno strato di sale di 1cm. Si lasciano riposare per 24 ore e quindi
si rimescola il tutto. Per uso familiare il sistema migliore è quello di
tenerli per ventiquattr'ore ad asciugare all'ombra e quindi conservarli in un
vasetto (o in una sbrunìa) sotto sale o sotto aceto. In un modo o
nell'altro andranno deliziosamente a guarnire e ad aromatizzare con un profumo
e un sapore soavemente acidulo, antipasti, salse, salse piccanti aromatiche e
digestive, insalate, insalate di riso, caponate, pizze, uova, carni fredde,
pesce, stuzzichini.
Le foglie, messe a macerare per qualche
giorno in acqua e sale assieme ai boccioli più teneri fino a quando si
addolciscono, e condite con sale, aceto ed olio di oliva, diventano una gustosa
insalata di campo. I teneri frutticini, originati dai boccioli sfuggiti
alla raccolta e simili a piccoli cetriolini, (cucunceddi sono
chiamati a Salina) si possono gustare nella pasta o addirittura come aperitivo;
conservati sotto aceto sono una vera prelibatezza.
Oggi i capperi si trovano regolarmente in
qualsiasi supermercato o nelle bancarelle della fiera; però non è la stessa
cosa trovarli già bell'e confezionati nei barattoli e comprarne invece una
"misura”, due, dal tradizionale venditore che passa e bandisce
per le strade: è più sfizioso. Meglio ancora se si vanno a cogliere di persona,
come tradizione comanda; fa bene al fisico e contribuisce a mantenersi in
forma.
Il
Corriere degli Iblei, giugno 2006
1 commento:
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