«Tre cose sottili sono il maggior sostegno del mondo: il sottil rivolo di latte dalla mammella della mucca dentro il secchio; la foglia sottile del frumento ancora verde sulla terra; il filo sottile sulla mano di una donna industriosa. Tre rumori di prosperità: il muggito di una mucca gonfia di latte; il tintinnio del ferro di una fucina; il fruscio di un aratro.» (The Trials of Ireland, secolo IX)

In mostra a Palazzolo Acreide il trittico presepiale di Giovanni Leone


Il presepe, come rievocazione della nascita di Gesù, si fa risalire a San Francesco, il quale, nel 1223 allestì a Greccio, in un ambiente naturale, una sacra Rappresentazione. Francescani prima, domenicani e gesuiti poi, diedero successivamente impulso alla costruzione di presepi sia stabili, sia mobili. 

Il venditore di medicina per i calli

San Cristoforo, gran camminatore.


Il callo è un piccolo ispessimento dello strato corneo dell’epidermide, che, sottoposto a ripetuta pressione, tende ad addentrarsi in profondità provocando dolore anche di notevole intensità. 

Quando i morti portavano i doni

Finita la favola “re cosi re muorti”, oggi va di moda la notte di Halloween



Nel Sud, la tradizione popolare voleva che nella notte fra il 1° e il 2 novembre i morti ritornassero in processione sulla terra per portare doni ai bambini.

La “Storia dell’uraganu” del 24 ottobre 1872 a Palazzolo



La Specola d’Inghilterra conobbe che dovea succedere un terribile uragano nelle nostre sicule contrade, e ne avvisò i Prefetti…

San Sebastiano: martire e taumaturgo contro le epidemie

Fu legato a un palo e trafitto da tante frecce da sembrare un riccio

s. Sebastiano in un murales dei giorni nostri
via dei Pettinari, Roma

Il 10 agosto Palazzolo Acreide festeggia San Sebastiano martire, protettore della città. E' una festa religiosa e popolare che alla solennità liturgica accompagna una consolidata tradizione folkloristica e culturale in grado di richiamare una grande moltitudine di persone attratta dalla spettacolarità della festa e dai secolari riti devozionali. Il 20 gennaio, per i Palazzolesi diventato giorno di precetto sin dal 1623, è riservato alla festa liturgica e alla processione serale del simulacro.

La festa di san Sebastiano: devozione e folklore a Palazzolo

"A Sciuta" (foto Paolo Gallo)


Il Teatro greco, le latomie, i misterici “Santoni”, le Chiese e i Palazzi barocchi, la Villa comunale, la Casa-museo. Le strade, i vicoli e i balconi straripanti di fiori, le lunghe scale sinuose, l’ospitalità della gente. E poi le feste, gravide di pietà popolare e di folclore. Sono queste ed altre ancora le seducenti malìe che incantano chi si trova a visitare Palazzolo.

Per le feste arriva ancora l’indovina-ventura col pappagallo



“…Ricchezze, onori, amore, proprio tutto quello che volete, non mancherà al più presto possibile di venire incontro alla vostra persona…”


Nel mese di luglio a Palazzolo si rinnova il pellegrinaggio alla Madonna delle Grazie

Si parte alle ore 7, dalla chiesa di san Sebastiano. Strada facendo, mentre al gruppo si uniscono altri devoti, si recita il Rosario...



Ai primi tepori, la soglia della chiesetta della Madonna delle Grazie si veste di violette, di primule, di margheritine, di anemoni,  poi di rose, di papaveri, di spatuliddi. Chiunque  si trovi a passare per andare all’acqua a san Giovanni si ferma e lascia ai piedi della porta un piccolo segno di devozione.

Paolo Giliberto ossia Paulu u ciaràulu

“Palazzolo Acreide città santa de’ cirauli”
(a margine del 29 giugno, festa di san Paolo)


 
Un certo Mastro Natale Lo Gatto, della Terra di Chiaramonte, nell'anno 1667 scriveva: "Li cerauli nascono la notte di S. Paulo Apostolo e hanno una tarantola supta la linguella: li medesimi addimesticano onni sorte di serpi, e sanno indouinare la ventura..." (S. A. Guastella 1887, p. 68). 

Granite e gelati: antico refrigerio estivo

Citro e cicccolatto... mandorla brussscolita, Gelati di Benevento... chi ne mangia uno ne mangia cento...

La lunga e torrida estate siciliana si combatte anche consumando granite e gelati. Per molto tempo considerati specialità meridionali, oggi sono diffusi in tutto il mondo e sono diventati prodotti di largo consumo per il loro alto valore nutritivo.

Don Nzinu l’ultimo cordaro del “Paradiso”


Agli inizi di questo secolo, la provincia di Siracusa, comprendente ancora il territorio di Ragusa (diventata provincia nel 1927), contava circa trenta botteghe di cordai con un centinaio di addetti1, quasi tutti impegnati a tempo pieno.

U scuparu (Lo scopaio)

"..le curine, una volta raccolte, si mettono a seccare per un paio di mesi, per evitare che la scopa si possa allascari e conseguentemente si allenta l'incordatura. Le palmette esterne, scupazzi, prima di lavorarle, si mettono a mollo per un giorno per renderle meglio maneggevoli, meno iaspri (coriacee)"

L’aglio, tra medicina, medicina popolare e scongiuri


Nun è aranciu, ed ha li spiccia, nun è monucu ed ha la varva, nun è fimmina, ed ha la trizza…

Il lino secondo la tradizione contadina


"Vulissi pàtiri li guai di lu linu, scippatu tuttu e stisu cianu cianu, p'addivintari tila e musulinu, e fazzulettu pi li vostri manu!".

Gli altarini mariani


Arriva la primavera e con essa le feste religiose dedicate ai Santi, alla Madonna e alle varie solennità.

Il Corso: le attività lavorative negli anni ‘50 -‘60 e dintorni (numeri civici pari)

…si poteva trovare uno di tutto: zucchero a pezzi, scampoli di tela, posate, mutande, essenze per liquori, lenzuola, batterie da cucina, reggipetti…   


Negli anni ’50 - ’60 Palazzolo aveva il volto di un paese tranquillo, ordinato, pulito, popolato da gente serena, dignitosa, ricca di buon senso.

Per la venuta del Santo Padre a Siracusa è pronto in regalo anche un pastorale ligneo

Nell’imminenza della beatificazione di Giovanni Paolo II, ripropongo un articolo pubblicato su otto colonne riguardante l’offerta di un pastorale ligneo realizzato da Enzo Nieli per il Santo Padre in occasione della sua venuta a Siracusa nel novembre del 1994

Il Corso: le attività lavorative negli anni ‘50 -‘60 e dintorni


Il civico 13 ospitava occasionalmente spettacoli e balletti di sciantose che facevano divertire adulti e vitelloni...

Continuiamo con il comporre il frastagliato mosaico (probabilmente non scevro di inesattezze) degli esercizi commerciali e artigianali relativo agli anni ’50, ’60, un’epoca che oggi appare lontanissima, obsoleta, per via della rapidità dei cambiamenti in tutti i campi.

Piazza del Popolo: le attività lavorative negli anni ‘50 -‘60 e dintorni


La vita sociale, politica, religiosa, economica della comunità palazzolese ha trovato e trova nella Piazza e nel Corso i punti di riferimento privilegiati. Di tutti questi aspetti intendiamo trattare quello economico legato a quel microcosmo di negozi e botteghe operanti in questi due nuclei strategici della città.

A festa ro Santissimu Cristu a Canicattini Bagni


"...Maria passau ri na strata nova,/la porta ri n'firraru aperta era:/O bbonu mastru chi sta' fannu a st'ura?/Fazzu na lancia e ttri ppungenti ciova...".

Usanze e riti pasquali nella provincia di Siracusa


"Memento, homo, quia pulvis es, et in pulverem reverteris": il suono a mortorio della campana di mezzanotte del martedi grasso preannunciava il mercoledì delle Ceneri. Iniziava la Quaresima, un lungo periodo denso di astinenze, di pratiche religiose e di digiuni che durava  fino al tramonto del Giovedì Santo prima della messa "In Coena Domini".

Briganti di casa nostra dopo l'Unità d'Italia


Tutta la provincia di Siracusa per sette lunghissimi anni fu interessata al fenomeno del brigantaggio

“Vogghiu cantari a cannarozzu chinu la vita di Turiddu Giulianu…”, così, su versi di Turiddu Bella, declamava accompagnandosi con la chitarra il cantastorie Orazio Strano per le strade e le piazze di paesi e città a partire dai primi anni ’50.

I Vasceddi ri Junciu (Le fiscelle di giunco)


I movimenti delle mani, le dita che intrecciano, che si incrociano, si articolano, si rincorrono senza tregua, mettono in evidenza un "sapere" di lunga e antica esperienza, un "sapere" mirabile.

Il Corso: salotto mondano di Palazzolo


Corso Vittorio Emanuele, vecchia materna strada con maliziosa curva lieve: l’antica insaziabile passeggiata di generazioni paesane: in aeternum! ...

T’amo, o pio bove


“T’amo, o pio bove; e mite un sentimento di vigore e di pace al cor m’infondi, …”.  

Questa di Carducci è la più bella rappresentazione del bue, paziente, libero in mezzo al silenzio dei campi o curvo sotto il giogo. Il poeta celebra la forza laboriosa e la mitezza di questo animale, lento ma capace di una potenza tale che nessun cavallo o mulo saprebbe sviluppare. 

La Quaresima nella cultura popolare

"...nessun macelliere nella Quaresima (deve) poter vender carne se non a quei soli infermi che presenteranno il biglietto firmato dal Vicario. Mai però carne di porco sotto pena due mesi di carcere e tarì 4".

Ripensando ai pastori di una volta


"Lu picuraru vistutu ri sita, sempri feti ri latti e lacciata"

Mentre le pecore pascolavano, Dafni, primo pastore-poeta di Sicilia (in mitologia le colline iblee sono ritenute dimora di Dafne), imparò a suonare il flauto e a cantare: la sua voce e i suoi suoni erano così dolci che le pecore cessavano di brucare l'erba. Ma Dafni era anche capace di ricavare zufoli dalle canne e di insegnare agli altri la maniera di farlo.

L’abbeverata nella tradizione agro-pastorale


"Se u sceccu nun vo' biviri hai vogghia di friscari"

L'acqua è un elemento importante per la sopravvivenza degli esseri viventi e la sua indispensabilità viene solitamente rilevata proprio quando incomincia a mancare.

Don Cicciu Pastasciutta: l’artigiano dell’effimero

Si chiamava Francesco Lombardo, ma per i Palazzolesi era don Cicciu Pastasciutta, nome "d'arte" diventato poi una sorta di marchio di fabbrica, visto che come ultimo mestiere scelse quello di fabbricare giocattoli. 

Turi Rizza: genio e sregolatezza



Per diversi decenni fu il Re incontrastato del Carnevale palazzolese
 
Alla visita di leva si presentò nudo come un verme: solo due sonaglini ai genitali infiocchettati con un elegante nastrino rosso vermiglio.

Il cestaio (U panararu)


Ceste e canestri sono tra i primi recipienti usati dall’uomo. L’esistenza dell’arte di intrecciare è documentata da numerose ricerche archeologiche condotte tra i palafitticoli lacustri della Svizzera1 fin dal Neolitico, e forse anche prima.

L'Antico Carnevale di Palazzolo Acreide


L'origine del Carnevale è assai remota. Comunemente si fa risalire agli antichi Saturnali romani che si celebravano per l'anno nuovo: gli schiavi vestivano le vesti dei padroni e si permettevano ogni libertà; tutto era allegria in memoria dell'aurea aetas

Raccoltine di stagione negli Iblei

I sparici sarbagghi ca rriùddunu ro funnu ra frattina i Bbauly…è m-masuni arrubbatu ca sapi i prummintiu,  ràzzia ri terra e-ppani a-llivitari…

Piazza del Popolo: cuore e luogo della memoria di Palazzolo

mai una lite, una volgarità ch’io abbia visto: gente dritta, dignitosa, “luogo” dove si parla, ci si confronta civilmente…   

Santi leggeri… santi pesanti. Santi pesanti… santi leggeri


PALAZZOLO. Tra la prima e la seconda guerra punica, ai Romani, consultati i libri sibillini, fu suggerito che facessero venire in città, dall’Anatolia, la dea Cibele onde tributarle onori e avere protezione. Ma, la nave che la trasportava, giunta all’imboccatura del Tevere, all’improvviso si appesantì

In nome del bisogno. Quella volta a Casabianca


PALAZZOLO. Una frattina, una vera frattina era. Rovi, Pruni selvatici, russuliddi, strazzacausi (Smilax aspera), praini, olivastri, querce, scornabecchi (Terebinthus), alaterni; una spolverata di terra e sotto roccia e puntali. In compenso una invidiabile posizione panoramica.