(Via Calendoli, 3a a sx di via
Castelvecchio)
Il
Dizionario Biografico degli italiani della Treccani, il Devoto-Oli, il Melzi
Scientifico alla voce Calendoli riportano puntualmente il nome della formidabile
invenzione di questo illustre palazzolese: la
Simultanea. Nella fattispecie il Melzi, nell’edizione del 1947, a p.224 scrive testualmente: Calendoli (padre Giov.), Meccan.
siciliano, invent. della Simultanea (macchina tipografica da comporre), 1841†1896.
Vincenzo Giovanni Calendoli nacque a Palazzolo Acreide
il 15 marzo 1841. Entrò da allievo nel seminario di Noto ma poi completò il
ciclo di studi teologici e umanistici presso il seminario di Palermo,
non trascurando però di coltivare anche il suo interesse per le scienze
matematiche. Nel 1859 vestì l’abito dei PP. Domenicani Predicatori assumendo il nome
di Giovanni Maria. Per le sue dote oratorie, ma anche per la sua passione per
la meccanica e in particolare la tecnica tipografica, settore in cui già
lavorava per la realizzazione di una compositrice, compì frequenti viaggi e
soggiorni in Francia e in Inghilterra. Proprio qui venne a conoscenza delle
compositrici meccaniche del tipo linotype che vi erano state
introdotte, nel 1890, dagli Stati Uniti d'America.
P.
Calendoli si rese conto che il problema delle compositrici meccaniche era la
composizione tipografica che ancora veniva effettuata a mano e già in quella
temperie avvertiva il problema che la
diffusione della stampa giornalistica richiedeva una composizione veloce per
rendere le notizie più fresche e più dirette.
Trasferitosi a Parigi, un anno dopo finì di costruire un prototipo
perfezionato della sua compositrice che chiamò la Simultanea e che, dopo averla brevettata, presentò ufficialmente
nel 1894.
Rispetto al tipo linotype,
La Simultanea, aveva i caratteri tipografici non fusi in un solo corpo, ma
staccati e distinti l’uno dall’altro nel rigo tipografico. Tale caratteristica
rendeva possibile la correzione manuale degli eventuali errori, mediante la
materiale sostituzione della sola lettera sbagliata. In tal modo non occorreva
procedere alla rifusione dell'intero rigo tipografico e venivano così eliminati
i maggiori inconvenienti delle compositrici sino ad allora costruite esclusivamente
negli Stati Uniti d'America. Con tale strumento si riduceva notevolmente il
tempo e la fatica della composizione a mano
La “Simultanea” consisteva di due elementi distinti: il primo era una
specie di tastiera analoga a quella della macchina da scrivere, l’ altro era
una sorta di arpa, le cui corde erano sostituite da tubi cavi contenenti
ciascuno centocinquanta lettere della stessa natura: 150 A, 150 B, ecc. Ogni tubo aveva un chiavistello che aprendosi
lasciava uscire una lettera alla volta che incanalata arrivava sino al
compositoio dove le lettere venivano disposte nell’ordine voluto. Con questa macchina si ipotizzava la composizione di
40.000 /50.000 caratteri l’ora.
Era quindi
un’invenzione straordinaria a cui gli organi di stampa dell’epoca diedero
grandissimo risalto. Tra gli altri ne parlarono: i francesi Le Figarò , il Temps, Le Petit Journal, El
Imperial di Madrid, Il Risveglio di
Siracusa, La Gazzetta di Catania che
così concludeva il suo articolo datato 2.2.1896: “ Si può sin d’ora prevedere il successo che otterrà una tale macchina
nel mondo della stampa; per i vantaggi enormi che essa presenta, e il nome del
P. Calendoli sarà certamente conosciuto fra poco dai tipografi e dagli editori
del mondo intero”.
Purtroppo Calendoli
rifiutò le numerose offerte che gli piovvero da tutto il mondo per vendere il
brevetto della sua invenzione. Si intestardì nel volere gestire direttamente la
promozione e lo sfruttamento della sua opera, ma andò incontro a grosse
difficoltà e gente di pochi scrupoli tentò di approfittarne. Morì all’età di 55
anni nel convento domenicano del sobborgo parigino di Clamart.
L’invenzione di
Calendoli, in seguito, varcò i confini dell’Oceano e in un modo o nell’altro
contribuì sicuramente a perfezionare la Linotype
lanciata sul mercato americano nel 1886.
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