Cesena. Compiendo anche
a Cesena la mia passeggiata mattutina, qui sulla ciclopedonale lungo il fiume
Savio, oggi sono arrivato, come al solito, fino all'ippodromo.
Complice il sole e
la temperatura mite, piuttosto che ritornare al punto di partenza, vale a dire
al quartiere Martorano dove in via Urbini abitano Ilaria, Gianni e il mio
adorato nipotino Sebastiano, ho continuato il mio salutare footing imboccando
la pista sterrata dopo la passerella dell'ippodromo.
Subito alla mia
sinistra si stagliano una sfilza di cartelli (oltre venti) che, nel contrassegnare uno dei tanti orti che si
trovano lungo il Savio, con i loro messaggi, allo stesso tempo, accompagnano per
un centinaio di metri sportivi e amanti dell'aria aperta che calcano questa
pista. In questi cartelli sono riportati gli aforismi di Raggi, il "cesellatore della zolla" (così
si definisce), assegnatario dell'area ortiva in questione.
Questo è il
cartello d'esordio:
Questo orto è di
Raggi
detto il
"cesellatore della zolla".
Se un pugno
d'uomini sapessero
trattare la terra
come lui sa fare,
vedremmo il
miracolo di veder
tutti i deserti in
fiore.
Questi orti lungo
il fiume sono assegnati dal comune di
Cesena a tutti i pensionati che ne fanno richiesta, intenzionati a non lasciare
a riposo nè le braccia nè la mente.
Tutte le mattine,
in qualsiasi periodo dell'anno mi sia capitato di fare le mie quotidiane
passeggiate da quelle parti, mi sono sempre imbattuto in uomini e donne
(soprattutto queste ultime) che individualmente zappano, scerbano, piantano,
innaffiano pomodori, melanzane, zucche, fiori, rose, con dedizione e con il
massimo impegno. Le signore di buon'ora arrivano in bicicletta, e indossati
tute e abiti da lavoro si mettono a lavorare di gran lena la terra umida e
fangosa vicina al greto.
L'orto di Raggi,
persona sicuramente interessante e che inutilmente ho cercato di intercettare nel
suo orto e dintorni per conoscerlo e per scambiare quattro chiacchiere, oltre
agli ortaggi (per uso familiare, non commercializzabili quindi), coltiva anche
aforismi e riflessioni, che, pur se caratterizzati da ingenuità e sgrammaticature,
inducono a meditare.
Nel trascrivere
fedelmente alcune delle scritte rilevate con la mia Nikon e per rimanere in
sintonia con la mia rubrica "Fiori di Selva", intitolerei questa
breve raccolta del cesellatore della zolla, "Fiori di Orto".
"Fiori di Orto"
Se mi dicessero tu puoi,
ed io potessi,
inonderei tutti i deserti,
di spighe bionde,
per vedere quegli occhi dei bimbi,
nati per la vita,
ed han conosciuto solo il pianto.
Usignolo canti
non hai nulla e sei felice,
ma non è così
per coloro che nella vita
credono di avere tutto.
In vita mia, son stato più
raccoglitore che salariato
e pur non essendo nomade,
vi era in mè l'animo dun zingaro.
Se non alleni il cervello
in alternativa
vi è solo
il crepuscolo
Quante persone
che portano il cappello
senza sapere che lo
potrebbero risparmiare.
Recarsi ai cassonetti per il riciclo
è un atto d'amore per la tua terra
ti elevi in quanto uomo, e non credere
sia cosa da poco, se pensi che
le gocce an formato gli oceani.
Stiamo vivendo su questo stanco pianeta
e lo usiamo come ci appartenesse.
E ora siamo alla foce del suo fiume
e noi le facciamo solo schifo.
Essere per quello che si è
e non per quello che si ha.
Tanto dalle zucche
non son mai fiorite orchidee.
Attento agli amici di bonaccia,
alla prima burrasca ti annegano
Se la penna fosse giudice
di quel che si scrive
quanta carta
si potrebbe risparmiare.
Se la mediocrità
potesse dar luce
almeno avremmo risolto
il problema dell'illuminazione.
Dai ai bimbi un giocattolo
già confezionato e spegneremo
la loro fantasia.
Diamo a loro una canna
e un pezzo di carta
che si inventano un aquilone.
Attenti alla presunzione
è cattiva consigliera
facciamo si che il domani
sia sempre il primo giorno
di scuola.
IBLON
giornale online, 3 novembre 2012
Nello Blancato
P.S.
Verso la
fine del mese di maggio del corrente anno 2016, trovandomi di mattina come al
solito nei pressi dell'ippodromo, mi sono "allungato" verso l'orto
del "cesellatore della zolla". I cartelli sono stati tutti rimossi, l'orto è
abbandonato e pieno di erbacce, le zolle si sono "intristite" perché
non più "cesellate" dalle mani di Raggi. Che sia passato a cesellare
materia più nobile come l'oro o l'argento? Oppure, chissà… sarà andato a
cesellare le zolle del paradiso.
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