I Frati di
Terrasanta, per abbondanza di acciacchi e per scarsezza di vocazioni, sono
stati costretti a rinunciare al porta a porta
PALAZZOLO. Non
passa più il monaco con le Bolle. Era settembre il mese in cui ogni anno, a
Palazzolo, girava per le strade il frate dell’Ordine Francescano di Terra
Santa, proveniente dal convento di Palermo, sede del Commissariato per la
Sicilia.
Aveva il compito, assieme agli altri confratelli in giro in tutti i
centri dell’isola, di rinnovare di casa in casa le iscrizioni alle messe
perpetue di Gerusalemme in suffragio dei Defunti. A partire dai primi anni ’70,
però, incominciò ad arrivare al domicilio dei benefattori residenti nei centri
più lontani dalla sede palermitana, la seguente lettera standard: “Carissimi Benefattori, sono vari anni che i
nostri fratelli di Terra Santa non vengono a trovarvi nelle vostre case per il
rinnovo annuale delle iscrizioni alle Messe Perpetue di Gerusalemme. Avete
atteso con pazienza, di anno in anno, il loro ritorno e non sono venuti e né
potranno venire. Sapete: il tempo passa ed i nostri Fratelli da voi conosciuti
si sono fatti vecchi e pieni di acciacchi; per questa ragione non possono
venire e nuovi e giovani non ce ne sono. Abbiamo pensato di raggiungervi con il
“Servizio postale”… il solo mezzo oggi a nostra comune disposizione… Pace e bene!”.
I Frati Minori del
Commissariato di Terra Santa in Sicilia, per abbondanza di acciacchi e per
scarsezza di vocazioni sono stati costretti a rinunciare al porta a porta dei
loro Fratelli collettori e a convertirsi ai servizi postali, a cui, tuttora,
affidano la loro campagna di rinnovo delle iscrizioni.
A Palazzolo
L’ultimo frate
questuante che veniva abitualmente a Palazzolo era persona umile, gentile,
sorridente, di poche parole. Il suo viso era diventato familiare ai benefattori
e al resto dei Palazzolesi che ormai ogni anno, a fine estate, erano abituati a
vederlo per le strade e i vicoli del paese. Indossava il saio dell’Ordine con la
croce di Gerusalemme con le punte a tau, una bisaccia a spalla e un paio di
sandali. Annunciava il suo passaggio con una campanella e le donne si facevano
trovare sull’uscio pronte a rinnovare le offerte per le Messe Perpetue in Terra
Santa. Ad ogni benefattore il buon frate rilasciava, a mo’ di quietanza, la
“Bolla dei Luoghi Santi” e quindi registrava l’offerta in un notes che elencava
tutti i nomi delle famiglie iscritte. Dalla bisaccia, a richiesta, tirava fuori
pure crocifissi, medaglie, rosari e ricordini vari. La sera cenava e pernottava
nel locale Convento dei Cappuccini. L’indomani, ritemprato, era pronto ad
un’altra lunga e faticosa scarpinata per le strade di Palazzolo. E così per
tutto il mese di settembre.
A bbulla re loca santa
La Bolla
originariamente era il documento papale contenente le indulgenze e le dispense
concesse ai partecipanti alle Crociate per liberare il Santo Sepolcro e i
Luoghi Sacri dai Turchi e dai Saraceni. Cessate le spedizioni in Terra Santa, i
Papi continuarono ad emanare Bolle, questa volta con lo scopo di raccogliere
proventi per riscattare i cristiani schiavi degli infedeli. Entrati i
Francescani in possesso dei Luoghi Santi, Clemente VI nel 1333 con una Bolla li
dichiarò ufficialmente custodi e rappresentanti dei diritti del mondo cristiano
su detti Luoghi. Benedetto XIV, con Breve del 17 giugno 1750, concesse poi
“l’Indulgenza Plenaria in “Articulo
mortis” per la remissione di tutti i peccati a coloro che si provvedevano della
Santa Figliolanza, ai benefattori e a tutti gli iscritti alla benemerita Pia
Opera.
La Bolla della
Santa Crociata, diventata Bolla dei Luoghi Santi, ancora oggi continua ad
essere distribuita anche se per via postale a tutti i benefattori che
contribuiscono con le loro offerte al mantenimento dei frati minori ed alle
strutture affidate e gestite in Terra Santa: conventi, chiese, scuole, collegi,
orfanotrofi, case di riposo ecc. Proprio lo scorso anno, nel mese di settembre
è stato ospite a Siracusa il parroco della basilica della Natività di Betlemme,
il francescano Amjad Sabbara. Il frate era reduce dei drammatici quaranta
giorni di assedio, da parte dei soldati israeliani, vissuti all’interno della
stessa Basilica assieme ad alcuni terroristi palestinesi. In quella occasione
la Diocesi e i Siracusani hanno contribuito ad alleviare in modo concreto i
gravi disagi economici che stanno vivendo quelle popolazioni.
La Bolla
benedetta dei Luoghi Santi nella cultura popolare è stata sempre considerata
una sorta di amuleto taumaturgico, sicuramente il migliore deterrente per
scongiurare le tempeste e tutti “i flagelli della divina Giustizia”. Un tempo
era immancabile in tutte la famiglie fissata sul retro della porta d’ingresso
assieme all’altrettanto immancabile ferro di cavallo (della zampa anteriore,
però, in quanto:“Ferru d’avanti, la casa
va avanti. Ferru d’arreri, la casa va n’arreri”) con nastro rosso.
La Bolla,
altrimenti detta la Figliolanza (leggi:
offerte in cambio di indulgenze e di messe per vivi e defunti), è
efficacissima anche nei momenti di pericolo sol che si reciti: Sanctus Deus,
Sanctus fortis, Sanctus immortalis. Veniva
anche portata addosso, specialmente dalle donne del popolo, dentro il sacchitieddu re cosi santi appeso al
collo, e da mulattieri e viaggiatori
timorati di Dio. In un canto d’amore, raccolto da Serafino Amabile Guastella
sul finire dell’Ottocento, l’innamorato dice alla sua donna: “Rammi lu to curuzzu, ‘ammillu a mmia; / Ppi ddòmina lu tiegnu e ppi diamanti / Mi
scanza ri timpesti e malabbìa. / Quomu la bbulla di li locasanti …” (Dammi
il tuo piccolo cuore, dallo a me; / Per medaglia (del Rosario) lo tengo e per
diamante / Mi libera dalle tempeste e
dal viaggio pericoloso. / Come la Bolla dei Luoghi Santi…).
Nella Bolla recapitata annualmente ai benefattori, di dimensioni
ridotte rispetto a quella che consegnava brevi manu il frate collettore, ancora
oggi, campeggia al centro la scena di Cristo crocifisso con le seguenti
invocazioni in latino: “Cristo Vince!
Cristo Regna! Cristo impera! Cristo difendici da tutti i mali! Liberaci dai
nostri nemici! Abbi misericordia di noi!”. Sotto il Calvario, al centro c’è
l’ occhialone del Santo sepolcro. Ai lati vi sono altri otto riquadri con raffigurati gli altri Luoghi Santi dove Gesù
s’incarnò, nacque e si trasfigurò, tenuti in grande venerazione dai Cristiani
fin dai primi tempi della Chiesa.
10 commenti:
Vorrei ricevere questa bocome dovrei fare? lla
Vorrei ricevere la bolla della santa figliolanza come debbo fare?
Vorrei ricevere la bolla santa c'e a colori oppure in bianco e nero
Vorrei ricevere la bolla
Non conoscevo questa storia mi farebbe piacere ricevere una copia ma non so come fare grazie
Vorrei avere una copia
Vorrei riceverla balla Santa a colore
Vorrei ricevere la bolla santa
Potreste inviarmela per posta?vorrei avere la bolla santa
Anche io ne vorrei una
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