«Tre cose sottili sono il maggior sostegno del mondo: il sottil rivolo di latte dalla mammella della mucca dentro il secchio; la foglia sottile del frumento ancora verde sulla terra; il filo sottile sulla mano di una donna industriosa. Tre rumori di prosperità: il muggito di una mucca gonfia di latte; il tintinnio del ferro di una fucina; il fruscio di un aratro.» (The Trials of Ireland, secolo IX)

Vincenzo, il naif di via Trionfale a Roma



A qualsiasi ora del giorno lo trovi sempre lì, nella sua bottega all'aperto, sul marciapiedi nel punto in cui a Roma la via Trionfale incrocia la via Troya, all'altezza del civico 8704.
Un tavolo, uno sgabello, qualche attrezzo, vinavil, chiodi, colori e un carrello del supermercato per riporre al coperto la sua roba quando a sera chiude la lunga giornata lavorativa.

Un "artista" naif, senza particolari slanci creativi, che per le sue "opere" in miniatura ricicla e utilizza tutto quello che può: carta, cartone, compensato, legno, sughero, fil di ferro, ecc.
Cosa realizza, cosa costruisce Vincenzo? Come campa?
Facciamo parlare, si fa per dire,  un suo "collega" siciliano di nome "Vestru", protagonista dell'opera eponima datata 1882 di S. A. Guastella. In questo bozzetto di 56 sestine si narrano, nella parlata di Chiaramonte Gulfi, le vicende di un povero diavolo che vive di espedienti per sbarcare il lunario:

"Dirriti: comu campi?... A la stasciuni
Fazzu cumérii ppi li picciriddi;
Ppi li sdirri facceri ri cartuni,
A pprimavera caggi ri cardiddi.
La citarredd' a sscrusciu quann' è ffesta,
... 
Veni natali, e fazzu bamminedda,
Tuppett' a la quarèsima e ccirrìa, 
Ppi Ssa Ciuanni vinnu la 'nzaredda, 
L'abbitina a li festi ri Maria..."

(Vi chiederete come campi? In estate
Faccio aquiloni per i bambini;
A Carnevale maschere di cartone,
A primavera gabbie per cardellini.
La chitarra a battente quando è festa
...
Viene Natale e faccio Bambinelli
Trottole a quaresima e raganelle ("truòccola", bàttola)
 A San Giovanni vendo nastrini
 Gli abitini per la festa di Maria...).

Anche Vincenzo, a seconda delle stagioni, varia la sua produzione: a Natale costruisce capanne e presepi; per la Befana scope e scopine; a Carnevale personaggi locali e caricature; per san Valentino cuori e cuoricini trafitti a sangue, ramoscelli di gialle mimose con palline abnormi a marzo; a Pasqua, in un tripudio di colori, uova cartonate di tutte le misure, "alberelli" in fiore addobbati di ovetti coloratissimi con cardellini svolazzanti, ecc.
E poi in estate al sole, sotto l'ombrellone ma sempre nello stesso punto (vicino al sedile), cambiato il cappello di lana con uno a visiera sempre targato rigorosamente    " Ultras- A. S. Roma", costruisce Colossei di tutte le misure, piazze s. Pietro, ponti, palazzi, monumenti, stadi, ecc. Di ardente fede romanista in ogni sua "opera" lascia in maniera più o meno evidente l'impronta di questo amore sviscerato.
Se per un motivo qualsiasi è costretto a lasciare momentaneamente il suo banchetto, mette in bella vista un cartello con su scritto: "CI SONO MA NON MI VEDI".  Per lui è come se lasciasse un Doberman a difesa delle sue povere cose che, detto tra noi, non hanno bisogno di essere difese.

E' un personaggio simpatico questo Vincenzo. Sempre sorridente, sempre pronto a intrattenersi con chiunque si fermi ad ammirare le sue modeste creazioni-bozzetto, rozze ma apprezzabili proprio perchè spartane e sempre diverse l'una dall'altra.
Mi ci sono affezionato, quasi inconsapevolmente. Me lo guardo ogni qualvolta, trovandomi temporaneamente a Roma in via Troya, sono obbligato a passargli davanti quando esco di casa. Lo saluto, qualche battuta, gli gironzolo attorno come per scoprire qualche segreto o improbabili novità del suo repertorio.   
La sua immancabile presenza davanti al civico 8704 di via Trionfale ti dà una sensazione di tranquillità, di sicurezza. Quel tratto di marciapiedi, con la sua presenza, è diverso, è quasi a misura d'uomo: si respira un'atmosfera meno disumanizzante, una gioiosa atmosfera di paese dove tutti ci si conosce e ci si saluta.                   
Grazie Vincenzo, "statua vivente" in carne ed ossa.

Nello Blancato




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