«Tre cose sottili sono il maggior sostegno del mondo: il sottil rivolo di latte dalla mammella della mucca dentro il secchio; la foglia sottile del frumento ancora verde sulla terra; il filo sottile sulla mano di una donna industriosa. Tre rumori di prosperità: il muggito di una mucca gonfia di latte; il tintinnio del ferro di una fucina; il fruscio di un aratro.» (The Trials of Ireland, secolo IX)

Luglio 1943: cinquant'anni fa una lapide in memoria

Le nobili parole furono scolpite nella lapide, nel cuore e nella memoria di tutti i Palazzolesi


PALAZZOLO. Il 9 e il 10 luglio del 1943 Palazzolo subì due micidiali bombardamenti aerei dalle squadriglie anglo-americane. Le vittime tra civili e militari furono circa un migliaio, il paese fu semidistrutto. Molte case furono ridotte in macerie, il Palazzo Comunale e il Palazzo della Pretura, tra gli altri, subirono seri danni. Il tributo pagato da Palazzolo in quella circostanza  fu assai alto e la ricostruzione lenta e difficile.

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Quell'infausto evento è rimasto indelebilmente impresso nella memoria di tutti coloro che ebbero la sfortuna di viverlo come testimoni di quel tempo. Il prof. Erminio Pricone ricorda perfettamente quel venerdì pomeriggio e quel sabato mattina in cui si scatenò l'infernale tempesta di bombe e le tante scene di terrore e di desolazione. Lo stesso ricorda l'iniziativa in memoria di quei caduti intrapresa da un gruppo di amici (Lui compreso) con a capo don Giovannino Belfiore: "Fu proprio don Giovannino, personaggio amabile e carismatico, che lanciò la proposta di onorare le vittime del bombardamento con una lapide di marmo; eravamo seduti ad un tavolo del caffè ro bossu, in piazza del Popolo. Il problema finanziario risultò subito l'ostacolo più rilevante. Alla fine si decise di rappresentare una commedia, con pubblico pagante, presso il cine-teatro Sardo messo a disposizione dall'avv. Nello Sardo: l'incasso sarebbe servito a pagare le spese per la realizzazione della lapide.
Finalmente arrivò il giorno del debutto e la filodrammatica "Acre" mise in scena il "San Giovanni decollato" di Nino Martoglio. Molti attori della commedia erano gli stessi che avevano aderito alla proposta di Belfiore: don Giovannino, il più anziano del gruppo, impersonava Mastru Austinu Maciaciu, suo figlio Enzo recitava la parte di Funcidda u lampiunaru, e poi tra gli altri si distinsero per bravura Turuzzu Fazzino, Giovanni Lacarrubba, Vincenzino Lapira.
Il teatro era gremito fino all'inverosimile sia in platea, sia in tribuna, sia nelle barcacce. Grandissimo successo di pubblico e di critica, ma, alla fine, detratte le spese, rimasero in cassa solo trecento lire. L'obiettivo era fallito miseramente: per la lapide, che sarebbe dovuta arrivare da Siracusa, ci volevano sedicimila lire. Abbiamo dovuto girare porta a porta per arrivare a tale somma".
Le nobili parole del palazzolese Enzo Tedeschi, professore emerito al Liceo Classico Gargallo e già sindaco di Siracusa, furono scolpite a caratteri indelebili nella lapide ma soprattutto nella memoria e nel cuore di tutti i Palazzolesi e a futura memoria per le nuove generazioni: "Alle innocenti vittime del 9-10 luglio 1943/All'alba della ricostruzione e della rinascita/Additando il loro sacrificio/La via della concorda e della fratellanza/I concittadini superstiti/ Nel II anniversario del loro olocausto"
La lapide fu apposta una domenica di luglio del 1945 sul lato sud del Palazzo Comunale, con la presenza del sindaco Rosario Branca e con la benedizione del parroco della Basilica di S. Sebastiano don Giovanni Giannone.
In margine a un evento così significativo e opportuno, bisogna dire che ci fu una fazione politica cittadina che non vide di buon occhio l'iniziativa, mentre un'altra parte tentò di attribuirsene il merito. A tal proposito, il leader del gruppo promotore fu costretto a smentire a mezzo stampa la notizia falsa e tendenziosa: "...Tengo a  precisare che contrariamente a quanto risulta da detta corrispondenza, e cioè che il ricordo marmoreo sia stata opera della locale Democrazia Cristiana, la lapide invece è stata ideata e realizzata dalla filodrammatica "Acre" di indirizzo apolitico con il concorso di tutta la cittadinanza. Il Presidente del Comitato: Belfiore Giovanni".
 Il Corriere degli Iblei, giugno 2000


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