«Tre cose sottili sono il maggior sostegno del mondo: il sottil rivolo di latte dalla mammella della mucca dentro il secchio; la foglia sottile del frumento ancora verde sulla terra; il filo sottile sulla mano di una donna industriosa. Tre rumori di prosperità: il muggito di una mucca gonfia di latte; il tintinnio del ferro di una fucina; il fruscio di un aratro.» (The Trials of Ireland, secolo IX)

“I gravi incidenti” del 16 dicembre 1944

Due storiche rivolte per il frumento a Palazzolo: “La memorabile ribellione” del 1° agosto 1677 e “I gravi incidenti” del 16 dicembre 1944

PALAZZOLO ACREIDE. Dopo i massicci bombardamenti strategici del 9 luglio 1943 che precedettero la “campagna di Sicilia”, qualche ora dopo, alle 2,45 le truppe inglesi sbarcavano nei pressi di Fontane Bianche. Iniziava così la conquista dell’isola che terminava il 17.8.1943 a Messina. Arrestato Mussolini il 25.7,  il 3 settembre alle 17,15 a Cassibile, sotto il governo Badoglio, fu firmato l’armistizio tra il generale Giuseppe Castellano e il generale Bedell Smith.

“La memorabile ribellione” del 1 agosto 1677

Due storiche rivolte per il frumento a Palazzolo:  “La memorabile ribellione” del 1° agosto 1677 e “I gravi incidenti” del 16 dicembre 1944

PALAZZOLO ACREIDE. Quando la fame e la speculazione diventano intollerabili il popolo si ribella e scende in piazza per protestare. E’ il momento in cui può succedere di tutto. Bastano poche teste calde per trasformare l’agitazione in tumulti e scontri con serie conseguenze per le persone e le cose: morti, feriti, assalti di popolo ai magazzini colmi di derrate, assalti ai palazzi dei nobili, a quelli istituzionali, giustizia sommaria, insomma, da una parte e dall'altra.

TOPONOMASTICANDO. D’Albergo

(Via D’Albergo 2a  a sx di via Roma)
La via prende il nome dalla famiglia d’Albergo cha abitava al n. 42. Della casa avita oggi rimane solo un interessante portale, mentre l’area su cui era sito l’antico fabbricato è stata trasformata in un considerevole palazzo condominiale con affaccio su via Roma. Su via D’Albergo ricade anche il plesso eponimo della scuola primaria facente parte dell’I. C. Gabriele Iudica.  

Cesena. Gli aforismi di Raggi, il "cesellatore della zolla".

Cesena. Compiendo anche a Cesena la mia passeggiata mattutina, qui sulla ciclopedonale lungo il fiume Savio, oggi sono arrivato, come al solito, fino all'ippodromo.

Complice il sole e la temperatura mite, piuttosto che ritornare al punto di partenza, vale a dire al quartiere Martorano dove in via Urbini abitano Ilaria, Gianni e il mio adorato nipotino Sebastiano, ho continuato il mio salutare footing imboccando la pista sterrata dopo la passerella dell'ippodromo.

ERAN VENTUNO: Turiddu re telegrammi (Salvatore Magro)

Faceva il fattorino telegrafico e portava a domicilio telegrammi e raccomandate, prima servendosi di una bicicletta, poi di un Ciao rosso e dopo, infine, a piedi, e sempre con la borsetta a tracolla sul davanti, anche quando era fuori servizio, sempre nello stesso atteggiamento, come se continuasse a distribuire le urgenze postali. Questa sua posa aveva finito con l’ingobbirgli un po’ le spalle, listate da mattina a sera dalla cinghia della borsetta. Era gentilissimo con chiunque, garbato, salutava sempre per primo: “i miei ossequi”, era la sua frase ricorrente; parlava un italiano a modo suo ma accettabile e comprensibile da chiunque. Era rispettoso e voluto bene da tutti.

Rosari e Rosari

"Lu primu misteru vuogghiu 'ncuminciari, ca l'armi santi su misi a li porti..."


Palazzolo Acreide.
Il 7 di questo mese (ottobre) si è celebrata la memoria della Beata Vergine Maria del Rosario. La festa fu istituita da Pio V nel 1572 in ricordo della battaglia navale di Lepanto del 7 ottobre 1571. La vittoria della Lega cristiana sui Turchi fu conseguita nel momento in cui le confraternite del Rosario sfilavano in solenne processione a Roma, per cui tale concomitanza ingenerò la convinzione che il successo dello scontro fosse da attribuire all'intercessione della Vergine. 

TOPONOMASTICANDO. Padre Giovanni Calendoli

 (Via Calendoli, 3a a sx di via Castelvecchio)
Il Dizionario Biografico degli italiani della Treccani, il Devoto-Oli, il Melzi Scientifico alla voce Calendoli riportano puntualmente il nome della formidabile invenzione di questo illustre palazzolese: la Simultanea. Nella fattispecie il Melzi, nell’edizione del 1947, a p.224  scrive testualmente: Calendoli (padre Giov.), Meccan. siciliano, invent. della Simultanea (macchina tipografica da comporre), 1841†1896.   

Dolcezze d'autunno: mostarda, cotognata, pasta reale

 Sono tre tipici dolci che hanno in comune il sole siciliano, la squisitezza e la lunga conservazione.

ERAN VENTUNO: Don Cicciu Pastasciutta (Francesco Lombardo)


Si chiamava Francesco Lombardo, ma per i Palazzolesi era don Cicciu Pastasciutta, nome "d'arte" diventato poi una sorta di marchio di fabbrica, visto che come ultimo mestiere scelse quello di fabbricare giocattoli. 

Tempo di crastuna (o barbaini)


A luglio e ad agosto si va per chioccioline (vavalucieddi) che, dormienti, stanno abbarbicate su spine e cespugli. Per non pungersi e per far presto occorre munirsi di un bastone e di un vecchio ombrello aperto all'ingiù: battendo gli steli le chioccioline vanno a finire sugli spicchi dell'ombrello.

TOPONOMASTICANDO. Palazzolesi illustri nella toponomastica cittadina: Padre Bartolomeo Bernal (1425-1500)

(Ronco Bernal, 2° a dx di via Ariete)


Ronco Bernal... Bernal! Chi era costui? Questo è il dubbio che assale chi nel leggere il nome di una strada intitolata ad un personaggio locale, si trova al cospetto di una targa che ne riporta il cognome nudo e crudo.

I "nuri" di san Sebastiano

Il 10 agosto 1999 a Palazzolo, in un ideale abbraccio senza confini, si incontrano tutti i devoti del Santo bimartire

Palazzolo Acreide. Tutto iniziò nella primavera del 1414 quando nell'antico porto di Trogilo, tra Siracusa ed Augusta, i naufraghi di una nave inglese tentarono di riportare via una cassa con dentro la statua di S. Sebastiano ritenuta l'artefice della loro salvezza. Furono inutili i loro sforzi e quelli dei Siracusani: la cassa miracolosa divenuta pesantissima, sembrava piantata sugli scogli. Solo i Melillesi riuscirono a portare in paese la statua del miracolo. Da allora il culto di S. Sebastiano, già assai diffuso fin dal IV sec., in Sicilia ricevette un nuovo grande impulso.

Angelo Cassarino: sette volte in cammino per Santiago de Compostela

Sono rimasto impressionato dall’atmosfera che si respirava e da una serie di rituali come quello del “botafumeiro”. 


Palazzolo Acreide. Sette, numero magico anche per Angelo Cassarino, per sette volte sul Cammino per Santiago de Compostela.

ERAN VENTUNO: Don "Giorgiu" (Giorgio Licitra)


Nato a Ragusa il 3 marzo del 1880, don "Giorgiu"  incominciò a bazzicare a Palazzolo fin da piccolo, quando ancora la canapa dalle nostre parti era intensamente coltivata. Assieme al padre cordaio compravano la materia prima per la loro attività e a Ragusa la trasformavano in corde che poi vendevano nel loro stesso negozio.

A Palazzolo sempre attuali i variceddi

Nugoli di ragazzini girano per le strade del quartiere portando in spalla "i variceddi", piccole "vare" costruite da loro stessi con l'effige del santo da festeggiare.



Palazzolo Acreide certamente un primato lo detiene: nei quattro mesi dell'estate riesce a festeggiare con grande solennità la bellezza di ben quattro Santi, in media uno al mese.

Estate, tempo di origano

A Palazzolo passa ancora un ambulante modicano che altre ai capperi (i coccia ‘e ciaaaappiri) vende mazzetti di origano spontaneo.

Palazzolo Acreide.  Estate, tempo di origano. Origano, “gioia della montagna”, dal greco “oros”, montagna e “gonos" gioia.

Quando le donne lavavano al fiume

…si partiva sempre di prima mattina, col carretto, a barda, a piedi, per scorciatoie e sentieri appena tracciati...
Palazzolo Acreide. Un notissimo canto popolare ci rammenta l’atavica consuetudine del bucato affidato alla donna: ”Sant’ Anna lavava,  Maruzza stinnìa, Gesuzzu chiancìa, minnedda vulìa...”. Proprio sant’Anna , la “nonna” di Gesù cioè, è la protettrice delle lavandaie.

Qua, dove fioriscono i limoni

 …La naca ti cunzai ‘n mienzu l’aranci,‘n mienzu l’aranci e la lumia…


Palazzolo Acreide. Qualche tempo fa ad un personaggio importante, appena messo piede all’aeroporto di Fontanarossa, fu chiesto cosa l’avesse colpito al primo impatto con l’isola: “Il profumo inebriante della zagara dei limoni e degli aranci” fu la pronta riposta dell’intervistato.

ERAN VENTUNO: Don Paulinu Genoveffa (Paolo Infantino)


Don Paolino il patronimico Genoveffa lo aveva ereditato dalla madre mentre questa era ancora in vita. Faceva il calzolaio e nello stesso tempo badava ad un buco di negozio, attiguo alla scarparìa, una specie di microbazar dal tetto basso, tutto scaffalato, sito al n. 27 di ronco Cairoli (u curtigghiu ri Furcedda, dal soprannome di don ‘Mmastianu che c’abitava).

15 aprile 1951: l'acqua di ufra in piazza del Popolo

Cinquant'anni fa un grande evento per i Palazzolesi!
PALAZZOLO ACREIDE. La necessità di condurre l'acqua dalle sorgenti ai centri abitati è stata sentita fin dalla preistoria. A Palazzolo tale esigenza fu appagata all'inizio della seconda metà del secolo appena trascorso: il 15 aprile del 1951 fu inaugurato ufficialmente l'acquedotto civico.

Fontane e acqualuori a Palazzolo


Palazzolo Acreide. Prima che venissero costruiti gli acquedotti pubblici l'approvvigionamento idrico dei vari centri urbani era affidato alle fontane dove erano convogliate le sorgenti di maggiore portata: ad esse attingevano le donne e gli acqualuori; questi ultimi, per mestiere, vendevano l'acqua a chiunque ne facesse richiesta.

ERAN VENTUNO: Pippinu Iuculanu (Giuseppe Giocolano)



Aveva il fisico duro come l’acciaio, i muscoli più forti della pietra marmurigna che sovente gli capitava sotto il suo piccone prepotente: cavava roccia a megatonnellate dalle nostre strade e contrade.

I "santuari" dell'oblio: le taverne

Le vecchie taverne di una volta sono in buona parte scomparse e le poche rimaste si affidano ai novelli buongustai e ai nostalgici incalliti. 

PALAZZOLO ACREIDE. Le osterie o taverne o bettole, nella tradizione locale, sono state il punto di riferimento privilegiato dalle varie categorie di maestranze.

Sdirrimarti ore 24: dal caos all’ordine

“…Ciancitulu, ciancitulu, ‘Uccieri e tavirnari,
Facitici lu rièpitu, Staffieri e manuali…”.


Palazzolo Acreide. Allo scoccare della mezzanotte del martedì grasso finisce il Carnevale e ha inizio la Quaresima.

S. Antonio abate: padrone del fuoco e protettore degli animali

...il santo è già partito per sfrecciare lungo le strade e le traverse del paese "inseguito" da centinaia di devoti... 

Fin dall'epoca precristiana i Romani nel periodo in cui cade la festa di sant'Antonio celebravano cerimonie lustrali per purificare gli uomini, gli animali, i campi.