«Tre cose sottili sono il maggior sostegno del mondo: il sottil rivolo di latte dalla mammella della mucca dentro il secchio; la foglia sottile del frumento ancora verde sulla terra; il filo sottile sulla mano di una donna industriosa. Tre rumori di prosperità: il muggito di una mucca gonfia di latte; il tintinnio del ferro di una fucina; il fruscio di un aratro.» (The Trials of Ireland, secolo IX)

A Palazzolo dall’Australia un dono in versi di Giuseppe Trigila al suo paese natale

" ...è molto difficile scrivere in Siciliano, quasi come l’inglese"

Palazzolo. Alla poesia spontanea, quella che esprime sentimenti semplici e genuini che si levano dal profondo del cuore, si possono anche perdonare ritmi poco ortodossi ed eccessive o inconsapevoli licenze poetiche. Specialmente quando si tratta di poesia dialettale come quella composta dal palazzolese Giuseppe Trigila là emigrato in Australia oltre quarant’anni fa.

Le sculture antropomorfe di Rosario Masciarò


L’occasione fa l’uomo ladro. Avendo la disposizione per la lettura e la materia prima a iosa e a portata di mano, Masciarò, agente prima della U.T.E.T. poi della Einaudi, di libri ne ha letti tanti, tantissimi, e continua a leggerne ancora anche se ha smesso di fare il venditore. Gli piace leggere, parlare e discutere instancabilmente di tutto: di filosofia, di poesia, di politica, di religione, di Columella, di tradizioni, di arte, eccetera. Ma, oltre che leggere, conversare e respirare l’aria fine della sua residenza di campagna in contrada Serravitrano, e tutto il resto, gli piace pure scolpire facci ri ‘ntagghiu.

Non craunìunu più i carbonai degli Iblei



Un tempo il carbone di legna era l'elemento base per la cottura dei cibi e per il riscaldamento domestico. Usato dalle classi più agiate divenne poi di uso comune anche nelle classi popolari fino a quando, con il progresso e con l'avvento della tecnologia, cambiarono i sistemi di riscaldamento e di cottura  (nei primissimi anni ’50 arrivò il Pibigas) e di conseguenza anche il tipo di combustibile. Il suo uso oggi è limitato quasi esclusivamente alla cottura dei cibi alla brace, ma ancora fino agli anni sessanta la produzione di carbone era assai attiva là dove esistevano boschi ed alberi da abbattere.

Lampi trona e ddraunara: antiche credenze e scongiuri

...Sùsiti iàncilu, nun nurmìri, ca tri nìuli viru vinìri: una ri acqua, una ri vientu, una ri cura ddraunara... 


PALAZZOLO. Lo scatenarsi degli elementi della natura (temporali, uragani, terremoti ecc.) il popolo lo attribuisce fondamentalmente a due motivi: a un castigo divino a motivo dei nostri peccati oppure ai capricci di forze malefiche, diaboliche.

Tempo di fichi


...all'alba, cogghi ficu 'ntra li rami… la sira, canta canzuni d'amuri”.


Palazzolo. Una storia ultra millenaria quella del fico, iniziata molto tempo prima che l'uomo facesse la sua comparsa sulla terra e, appena la fece, le foglie di fico intrecciate furono i primi vestiti che indossarono Adamo ed Eva, subito dopo la Disubbidienza.

Strumenti musicali popolari : u marranzanu e a brogna


Ora sì, ora no ‘ngannalarruni, sona addurmisciutizzu e l’accumpagna lu primu peri di ‘na canzunedda…

Il marranzano o scacciapensieri  è conosciuto in Italia almeno dagli inizi dell’800. E’ strumento musicale popolare suonato soprattutto in Sardegna, in Calabria e in Sicilia.

U muluni ri acqua: rinfrescante frutto conviviale dell’estate


Solo a vederlo e tagliarlo mette allegria e si divide volentieri con gli amici.

  
Si ritiene che il cocomero (Citrullus volgaris) sia originario dell'Africa tropicale e, secondo alcuni documenti risalenti all'epoca egizia, sarebbe una specie coltivata da oltre 4000 anni. Non è detto però che gli antichi Greci e Romani intendessero con i termini anguria (angurion) e cocomero (cucumis) il frutto (muluni ri acqua) che intendiamo noi oggi.

Un Crocifisso alto 25 m. e largo 15 per ricordare il Sacrificio


Omaggio ad Andrea a due anni dalla sua scomparsa (9 giugno 2010)



Il 10 e l’11 aprile il “Grandioso Crocifisso” di Andrea Caruso sarà esposto davanti la facciata di San Sebastiano a Palazzolo

Michele Magro: una vita con il frischiettu


“Ho imparato a suonare a meno di dieci anni di età. Ero adduvatu dai Tuccarieddi…”


Dire Michele a Palazzolo è dire Michele Magro, suonatore di friscalettu, sempre presente al primo sentore di festa. Nel continuare il filone relativo agli strumenti musicali popolari intrapreso nel numero scorso e per materializzare con un volto e un nome un appassionato di tale strumento, abbiamo sentito Michele Magro, ex operatore ecologico, un personaggio che, nel perpetuare la tradizione della musica popolare siciliana, da decenni delizia e diverte Palazzolesi e non.

Strumenti musicali popolari: frischiettu e tammuru


…e supra li carretti, cristiani ca sonanu fischietti e marranzani, omini forti e fimmini baggiani, menzu la festa formanu fistini, ccu tammureddi e canti rusticani,…  


Pan nella mitologia greca era il dio delle campagne e dei pastori. Mezzo uomo e mezzo capro, con le corna in testa (il dio dal piè caprino e dal corno lunare lo chiama D’annunzio), il naso camuso e lo stomaco coperto di stelle, era dotato di una inesauribile vigoria sessuale.

Tra mitologia e credenza popolare: gli incantesimi di "Montalleri" e gli spiriti di "Quagghialatti"



Gli incantesimi di Montalleri. "Montalleri" è una collinetta, a Sud del colle di Akrai, composta da due cocuzzoli tali e quali le mammelle di una donna. Per tale rispondenza anatomica la fantasia popolare ha attribuito e consacrato a Làmia, figlia di Nettuno e  regina dei Lestrigoni, queste due piccole alture, formate da infinite balze circolari.

Ricotta caura e ricotti frischi nella tradizione iblea

le donne accorrevano in strada con il piatto in mano e u ricuttaru scavagnava la ricottina ancora calda…

Il pane di casa nella tradizione contadina e popolare

…quindi si chiude lo sportello e col pollice si traccia una crocetta innanzi alla bocca del forno…




Il forno a legna nell’antica casa ri massaria e nelle classi popolari rappresentava lo strumento indispensabile per la sussistenza stessa della famiglia: era simbolo dell’ancestrale autosufficienza contadina e centro di gravità nei ceti meno abbienti.

I giorni del Carnevale

"Hai vogghia di fuiri e scappari,/chiddu d'ammienzu e iammi/m'ha ffari tastari"
Carnevale edizione 2011 - foto Paolo Gallo

“ Memorare terremotu et non peccabis". Con questo solenne monito un testimone del tempo chiudeva la sua cronaca sul terremoto in Sicilia del 9 e 11 gennaio 1693. In quest'ultima data ogni anno tutti i centri colpiti, rievocavano l'infausta ricorrenza con messe solenni e varie celebrazioni. Dopo un evento così disastroso, il Carnevale in Sicilia non iniziò mai prima del dodici gennaio.

La luna e le credenze popolari

Luna lunedda, fammi na cudduredda, fammilla bedda ranni, la portu a San Giuvanni


Chi da bambino nelle serate estive di luna piena, seduto a cavalluccio sulle gambe di mamma o di papà non si è sentito raccontare la storia della luna figlia di una fornaia? Una volta la luna avendo voglia di una cudduredda la domandò alla madre indaffaratissima a impastare il pane.

Il signor... porco


Tri sunu li festi principali: Pasqua, Natali e quannu s'ammazza 'u maiali.


Una volta all'anno gli antichi Egizi sacrificavano maiali alla luna e a Osiride; e non solo li sacrificavano ma ne mangiavano la carne, solo per quel giorno.