«Tre cose sottili sono il maggior sostegno del mondo: il sottil rivolo di latte dalla mammella della mucca dentro il secchio; la foglia sottile del frumento ancora verde sulla terra; il filo sottile sulla mano di una donna industriosa. Tre rumori di prosperità: il muggito di una mucca gonfia di latte; il tintinnio del ferro di una fucina; il fruscio di un aratro.» (The Trials of Ireland, secolo IX)

Liliana Moscuzza: cinquant’anni tra musica, canti, inni, salmi, litanie…

… mia madre mi prendeva le dita intirizzite tra le sue mani e me li strofinava per riscaldarle, ci soffiava sopra…


Palazzolo. Le funzioni religiose in chiesa sono accompagnate da varie composizioni strumentali e vocali  che introducono o evidenziano le sequenze della celebrazione e coinvolgono in prima persona l’assemblea invitata a rispondere coralmente.

Le fave, cibo ancestrale delle classi popolari

"Aprili favi cini, si nun su' ccà, su' a li marini".


PALAZZOLO. L'uomo, secondo il filosofo Porfirio, avrebbe avuto il suo primo nutrimento nelle fave. Nell'antichità classica, la minestra di fave, entrava nei riti sacri dedicati agli dei e all'arrivo della primavera. Nel Medioevo la coltivazione delle fave era diffusissima e più o meno questo legume veniva cucinato e  consumato come ai nostri giorni.  

Credenze e riti della Settimana Santa

La Domenica delle Palme

Tempo di Pasqua, tempo di riti: riti sacri, riti devozionali, gli uni e gli altri carichi di valore simbolico. I primi imposti dalla liturgia canonica, gli altri tramandati dalla religiosità popolare, secondo la quale, ha grande importanza la stessa data della Pasqua. Difatti se la Pasqua è bassa (vicino alla data d'inizio della primavera) è un buon auspicio, invece, "se 'a Pasqua è maiulina, u riavulu si scatina".

Neve, neviere e nivari. Viaggio intorno al freddo

Nei primi decenni del secolo scorso a Palazzolo, la neve, abbondante, si vendeva al prezzo di cent. 20 il chilogrammo. Gli  inverni di una volta però erano senz'altro più rigidi e le nevicate sui declivi dell'Acremonte non erano affatto infrequenti, anzi.


            Una controprova di quanto asserito, tra gli altri, ce la dà Gabriele Iudica. Scrive, infatti, l'insigne archeologo e mecenate palazzolese: "Era già sopraggiunto l'inverno (anno 1814, n.d.a.) ed in vero rigidissimo pe' venti aquilonari, e pel frequente fioccar della neve..." (Le antichità di Acre, Messina 1819, copia anastatica ISA, p.74).

Gli allupati di Palazzolo e altre questioni lupigne

"Lu lupu quannu va pi la campagna, va pi manciari carni picurina".



Per secoli, il lupo è stato considerato uno dei principali nemici dell'uomo: furbo, agile e forte è stato cacciato e braccato sulle montagne da "lupari" occasionali e di professione. L'ancestrale paura per questa bestia, è stata da sempre sfruttata nelle favole e nei cunta o come minaccia per incutere timore ai bambini irrequieti. Ora le condizioni del lupo sono cambiate, e se un tempo lo si temeva, oggi si teme per lui, per la sua  estinzione.