«Tre cose sottili sono il maggior sostegno del mondo: il sottil rivolo di latte dalla mammella della mucca dentro il secchio; la foglia sottile del frumento ancora verde sulla terra; il filo sottile sulla mano di una donna industriosa. Tre rumori di prosperità: il muggito di una mucca gonfia di latte; il tintinnio del ferro di una fucina; il fruscio di un aratro.» (The Trials of Ireland, secolo IX)

Briganti di casa nostra dopo l'Unità d'Italia


Tutta la provincia di Siracusa per sette lunghissimi anni fu interessata al fenomeno del brigantaggio

“Vogghiu cantari a cannarozzu chinu la vita di Turiddu Giulianu…”, così, su versi di Turiddu Bella, declamava accompagnandosi con la chitarra il cantastorie Orazio Strano per le strade e le piazze di paesi e città a partire dai primi anni ’50.

I Vasceddi ri Junciu (Le fiscelle di giunco)


I movimenti delle mani, le dita che intrecciano, che si incrociano, si articolano, si rincorrono senza tregua, mettono in evidenza un "sapere" di lunga e antica esperienza, un "sapere" mirabile.

Il Corso: salotto mondano di Palazzolo


Corso Vittorio Emanuele, vecchia materna strada con maliziosa curva lieve: l’antica insaziabile passeggiata di generazioni paesane: in aeternum! ...

T’amo, o pio bove


“T’amo, o pio bove; e mite un sentimento di vigore e di pace al cor m’infondi, …”.  

Questa di Carducci è la più bella rappresentazione del bue, paziente, libero in mezzo al silenzio dei campi o curvo sotto il giogo. Il poeta celebra la forza laboriosa e la mitezza di questo animale, lento ma capace di una potenza tale che nessun cavallo o mulo saprebbe sviluppare. 

La Quaresima nella cultura popolare

"...nessun macelliere nella Quaresima (deve) poter vender carne se non a quei soli infermi che presenteranno il biglietto firmato dal Vicario. Mai però carne di porco sotto pena due mesi di carcere e tarì 4".

Ripensando ai pastori di una volta


"Lu picuraru vistutu ri sita, sempri feti ri latti e lacciata"

Mentre le pecore pascolavano, Dafni, primo pastore-poeta di Sicilia (in mitologia le colline iblee sono ritenute dimora di Dafne), imparò a suonare il flauto e a cantare: la sua voce e i suoi suoni erano così dolci che le pecore cessavano di brucare l'erba. Ma Dafni era anche capace di ricavare zufoli dalle canne e di insegnare agli altri la maniera di farlo.

L’abbeverata nella tradizione agro-pastorale


"Se u sceccu nun vo' biviri hai vogghia di friscari"

L'acqua è un elemento importante per la sopravvivenza degli esseri viventi e la sua indispensabilità viene solitamente rilevata proprio quando incomincia a mancare.

Don Cicciu Pastasciutta: l’artigiano dell’effimero

Si chiamava Francesco Lombardo, ma per i Palazzolesi era don Cicciu Pastasciutta, nome "d'arte" diventato poi una sorta di marchio di fabbrica, visto che come ultimo mestiere scelse quello di fabbricare giocattoli.