«Tre cose sottili sono il maggior sostegno del mondo: il sottil rivolo di latte dalla mammella della mucca dentro il secchio; la foglia sottile del frumento ancora verde sulla terra; il filo sottile sulla mano di una donna industriosa. Tre rumori di prosperità: il muggito di una mucca gonfia di latte; il tintinnio del ferro di una fucina; il fruscio di un aratro.» (The Trials of Ireland, secolo IX)

Cesena. Gli aforismi di Raggi, il "cesellatore della zolla".

Cesena. Compiendo anche a Cesena la mia passeggiata mattutina, qui sulla ciclopedonale lungo il fiume Savio, oggi sono arrivato, come al solito, fino all'ippodromo.

Complice il sole e la temperatura mite, piuttosto che ritornare al punto di partenza, vale a dire al quartiere Martorano dove in via Urbini abitano Ilaria, Gianni e il mio adorato nipotino Sebastiano, ho continuato il mio salutare footing imboccando la pista sterrata dopo la passerella dell'ippodromo.
Subito alla mia sinistra si stagliano una sfilza di cartelli (oltre venti) che,  nel contrassegnare uno dei tanti orti che si trovano lungo il Savio, con i loro messaggi, allo stesso tempo, accompagnano per un centinaio di metri sportivi e amanti dell'aria aperta che calcano questa pista. In questi cartelli sono riportati gli aforismi di Raggi,  il "cesellatore della zolla" (così si definisce), assegnatario dell'area ortiva in questione.
Questo è il cartello d'esordio:

Questo orto è di Raggi
detto il "cesellatore della zolla".
Se un pugno d'uomini sapessero
trattare la terra come lui sa fare,
vedremmo il miracolo di veder
tutti i deserti in fiore.

Questi orti lungo il fiume sono assegnati  dal comune di Cesena a tutti i pensionati che ne fanno richiesta, intenzionati a non lasciare a riposo nè le braccia nè la mente.
Tutte le mattine, in qualsiasi periodo dell'anno mi sia capitato di fare le mie quotidiane passeggiate da quelle parti, mi sono sempre imbattuto in uomini e donne (soprattutto queste ultime) che individualmente zappano, scerbano, piantano, innaffiano pomodori, melanzane, zucche, fiori, rose, con dedizione e con il massimo impegno. Le signore di buon'ora arrivano in bicicletta, e indossati tute e abiti da lavoro si mettono a lavorare di gran lena la terra umida e fangosa vicina al greto.
L'orto di Raggi, persona sicuramente interessante e che inutilmente ho cercato di intercettare nel suo orto e dintorni per conoscerlo e per scambiare quattro chiacchiere, oltre agli ortaggi (per uso familiare, non commercializzabili quindi), coltiva anche aforismi e riflessioni, che, pur se caratterizzati da ingenuità e sgrammaticature, inducono a meditare.

Nel trascrivere fedelmente alcune delle scritte rilevate con la mia Nikon e per rimanere in sintonia con la mia rubrica "Fiori di Selva", intitolerei questa breve raccolta del  cesellatore della zolla,  "Fiori di Orto".

"Fiori di Orto"
Se mi dicessero tu puoi,
ed io potessi,
inonderei tutti i deserti,
di spighe bionde,
per vedere quegli occhi dei bimbi,
nati per la vita,
ed han conosciuto solo il pianto.

Usignolo canti
non hai nulla e sei felice,
ma non è così
per coloro che nella vita
credono di avere tutto.

In vita mia, son stato più
raccoglitore che salariato
e pur non essendo nomade,
vi era in mè l'animo dun zingaro.

Se non alleni il cervello
in alternativa
vi è solo
il crepuscolo

Quante persone
che portano il cappello
senza sapere che lo
potrebbero risparmiare.

Recarsi ai cassonetti per il riciclo
è un atto d'amore per la tua terra
ti elevi in quanto uomo, e non credere
sia cosa da poco, se pensi che
le gocce an formato gli oceani.

Stiamo vivendo su questo stanco pianeta
e lo usiamo come ci appartenesse.
E ora siamo alla foce del suo fiume
e noi le facciamo solo schifo.

Essere per quello che si è
e non per quello che si ha.
Tanto dalle zucche
non son mai fiorite orchidee.

Attento agli amici di bonaccia,
alla prima burrasca ti annegano

Se la penna fosse giudice
di quel che si scrive
quanta carta
si potrebbe risparmiare.

Se la mediocrità
potesse dar luce
almeno avremmo risolto
il problema dell'illuminazione.

Dai ai bimbi un giocattolo
già confezionato e spegneremo
la loro fantasia.
Diamo a loro una canna
e un pezzo di carta
che si inventano un aquilone.

Attenti alla presunzione
è cattiva consigliera
facciamo si che il domani
sia sempre il primo giorno
di scuola.


  IBLON giornale online, 3 novembre 2012
Nello Blancato

P.S.
Verso la fine del mese di maggio del corrente anno 2016, trovandomi di mattina come al solito nei pressi dell'ippodromo, mi sono "allungato" verso l'orto del "cesellatore della zolla".  I cartelli sono stati tutti rimossi, l'orto è abbandonato e pieno di erbacce, le zolle si sono "intristite" perché non più "cesellate" dalle mani di Raggi. Che sia passato a cesellare materia più nobile come l'oro o l'argento? Oppure, chissà… sarà andato a cesellare le zolle del paradiso.   

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