La buona annata per le olive si può presagire dalla prevalenza del verde nei colori dell'arcobaleno; se invece prevale il giallo, sarà annata di frumento, se domina il rosso è annata di mosto.
Per la sua utilità il romano Columella lo giudica il primo fra tutti gli alberi: "Olea prima omnium arborum est". L'olivo ha origine antichissima e la sua coltivazione si fa risalire addirittura alla preistoria. E' così longevo che non ha vecchiaia, lo attesta pure un antico proverbio: "Aulivi ri to' nannu, ceusi ri to' patri e vigna to' ". Può vivere anche fino a 2000 anni e oltre.
Tra
il IX e l'VIII secolo a. C., venne introdotto dai Fenici in Grecia, e
successivamente, gli stessi e i Greci lo introdussero in Sicilia e nelle altre
zone ricadenti nel bacino del Mediterraneo. In questa vasta area l'olivo ha
trovato le condizioni ambientali più favorevoli, ed essendo la nostra isola
posta al centro di detto bacino ben si comprende la sua vasta diffusione e
importanza per la nostra regione.
E
poiché l'olivo si contenta di poco, la zona collinare del Siracusano, per la
natura dei terreni calcarei e poco profondi e per il clima caldo-arido, capace
di esporre ai danni della siccità frequente altre tipologie di colture, ben si
presta a questo tipo di piantagione qui praticata fin dai tempi più antichi. Lo
dimostrano quegli olivi secolari che sorgono qua e là nel nostro territorio,
olivi a portamento alto e dai tronchi contorti e maestosi, vere sculture lignee
che superbamente hanno resistito al furore del tempo. Nell'area iblea la
cultivar maggiormente diffusa è la Tonda Iblea (citrali) seguita dalla Oliva Lunga (ugghialora), dalla Moresca (marmurigna),
Siracusana, Nocellara, Rappitedda e così via.
Secondo
una vecchia credenza la notte dell'Assunta "cala" l'olio nelle olive
e, quando "calava" giusto, era grazia di Dio per tutti. "Annata r'aulivi, si mangia e si vivi",
promette ancora un vecchio proverbio. La
buona annata, secondo la sapienza contadina, la si può presagire dalla prevalenza
del verde nei colori dell'arcobaleno; se prevale il giallo, invece, sarà annata
di frumento, se domina il rosso è annata di mosto.
La
raccolta delle olive non dovrebbe essere fatta con il sistema
dell'abbacchiatura per evitare danni all'albero.
OLIO, OLIVE E RICETTE
TRADIZIONALI
La
raccolta, a seconda delle varietà e delle finalità d'uso, si esegue in due
distinte fasi. Nel caso di olive da tavola verdi, si effettua quando ancora il
frutto è immaturo, mentre, nel caso di olive da olio o da tavola nere, si
esegue allorchè i frutti sono in stato di avanzata maturazione o completamente
maturi. Ciò nondimeno le olive mature danno un olio più grossolano e più grasso
rispetto alle olive raccolte a maturazione incipiente, le quali cedono un olio
più fino e più aromatico.
L'olio
d'oliva si deve gustare preferibilmente crudo e la tradizione esige l'uso di
assaggiare una fetta di pane inzuppata nell'olio, ancora "caldo" di
frantoio. I nostri vecchi usavano prendere un cucchiaio di olio crudo al
mattino, appena svegli e a digiuno, per facilitare la digestione e prevenire
l'ulcera gastrica.
L'extra
vergine crudo si usa nelle insalate, nelle minestre, nelle zuppe, sugli arrosti
di carne e di pesce. Cotto, serve per condire salse, ragù, soffritti di aglio e
cipolla, stufati, fritture in genere. Inoltre si può aromatizzare a piacere
lasciando in infusione per tre giorni l'aroma desiderato. Si otterrà così
dell'olio all'erba salvia, al rosmarino, all'aglio, alla maggiorana, alla
buccia di limone, alla menta, all'alloro, all'origano, al peperoncino ecc.
"Aulivi ri giarra" (in salamoia). L'eliminazione
dell'amaro si realizza lasciando le olive in immersione per otto ore in una
soluzione d'acqua e soda al 2%. Quindi si prepara una salamoia con 100 gr di
sale per ogni litro di acqua e vi si lasciano le olive, aromatizzabili a
seconda dei gusti: con ramoscelli di finocchietto selvatico, limoni tagliati a
quarti, sedano, peperoncini piccanti, foglie di alloro, aglio, un bicchiere di
aceto bianco, cimino, chiodi di garofano, noce moscata, ecc.
"Aulivi cunsati". Si preparano quando sono ancora
acerbe. Ingredienti: olive dolcificate, rametti di sedano, tocchetti di carote,
origano, finocchietto selvatico, aglio, menta fresca, peperoncini a pezzetti,
olio extra vergine, sale, aceto.
"Aulivi scacciati". Si schiacciano e tolto il
nocciolo si mettono a dolcificare in acqua. Dopo circa una settimana si mettono
in salamoia aggiungendo finocchietto, aglio, peperoncini e quarti di limone.
I RIMEDI POPOLARI
L'olio ha la caratteristica di riscaldare il
corpo e di difenderlo dai rigori del freddo. Nell'antichità veniva usato per
questo, ma anche per la cura del corpo e per "dare refrigerio alle vampate
di testa". Dopo il bagno era pratica comune l'unzione con l'olio d'oliva.
In Grecia, quello raschiato dal corpo degli atleti, veniva venduto e impiegato
in medicina. Un olio profumato e dalle proprietà fortemente balsamiche è
l'unguento di rose. Ingredienti: succo di olive verdi, petali di rosa,
zafferano, cinabro, àcoro (pianta aromatica simile all'iris), miele, giunco
odoroso, sale fino, vino.
All'olio
d'oliva, specie quando è giovane e odoroso, la tradizione popolare attribuisce
illimitate virtù: viene utilizzato, variamente composto, in ben quaranta
malattie e serve a curare le ferite, a guarire e a sedare i dolori più diversi;
è spessissimo usato nelle pratiche medico-magiche.
Per
guarire dall'infiammazione dell'orecchio
un rimedio raccomandato "ab antico" è la schiuma di olio di oliva,
entro la quale sia stato bollito qualche "purcidduzzu di sant'Antoniu". Per rendere innocuo il veleno
iniettato dal morso del "suffiziu"
oltre la lingua e la saliva del classico "ciaraulu" nostrano, un buon rimedio è dato anche dall'olio
d'oliva accompagnato da una fasciatura molto stretta.
Per
il mal di testa, causato da malocchio, il rimedio giusto consiste in un rito a
base di acqua, sale, tre gocce di olio extravergine, segni di croce vari, il
tutto corredato da una orazione ad hoc. Per gli scongiuri contro i vermi,
é consigliata la seguente pratica: chi
scongiura si unge le mani con olio d'oliva e dopo aver fatto tre segni di croce
sulla fronte, sei sulle tempie, sei dietro la nuca, comincia a far massaggi sul
ventre del paziente ripetendo la miracolosa litania dei giorni santi: "Lu lunniri e santu, lu martiri e
santu, lu mercuri e santu, lu ioviri e santu, lu venniri e santu, lu sabbutu e
santu, lu iornu di Pasqua lu vermi 'n terra casca".
2 commenti:
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