«Tre cose sottili sono il maggior sostegno del mondo: il sottil rivolo di latte dalla mammella della mucca dentro il secchio; la foglia sottile del frumento ancora verde sulla terra; il filo sottile sulla mano di una donna industriosa. Tre rumori di prosperità: il muggito di una mucca gonfia di latte; il tintinnio del ferro di una fucina; il fruscio di un aratro.» (The Trials of Ireland, secolo IX)

15 aprile 1951: l'acqua di ufra in piazza del Popolo

Cinquant'anni fa un grande evento per i Palazzolesi!
PALAZZOLO ACREIDE. La necessità di condurre l'acqua dalle sorgenti ai centri abitati è stata sentita fin dalla preistoria. A Palazzolo tale esigenza fu appagata all'inizio della seconda metà del secolo appena trascorso: il 15 aprile del 1951 fu inaugurato ufficialmente l'acquedotto civico.


Acqua di  ufra
Nel 1945, quando l'Amministrazione comunale decise di realizzare l'acquedotto, si presentò il dilemma se scegliere di convogliare in rete solo le acque di Fontanagrande oppure affrontare il problema in modo integrale riprendendo i lavori di captazione e sistemazione delle sorgenti Guffari (monte Lauro), sospesi tre anni prima a causa degli eventi bellici.
La sola sorgente di Fontanagrande con una portata di cinque litri al secondo non poteva certamente bastare al fabbisogno giornaliero della popolazione;   l'Amministrazione comunale optò quindi per la seconda risoluzione. Fu approvato il progetto redatto dall'ing. Mazzola: l'impianto prevedeva una grande condotta adduttrice che, attraversando l'intera vallata dell'Anapo, doveva poi risalire verso Palazzolo per arrivare ad un serbatoio di raccolta da installare nei pressi del Teatro greco. Da qui l'acqua, sempre per caduta, sarebbe stata convogliata nella rete interna.
Il sindaco del tempo, Rosario Branca, di questo vitale problema ne fece un suo cavallo di battaglia. Sul periodico da lui diretto (Il Semaforo) nel dicembre del 1945 scriveva: "Quello dell'approvvigionamento idrico rappresenta per il nostro paese il problema più importante e più urgente. Noi non daremo tregua a nessuna autorità locale, Provinciale, Regionale e Ministeriale fino a quando non sarà risolto in maniera concreta, assoluta e definitiva". E nel marzo del 1947 sullo stesso giornale poteva finalmente dichiarare: "Il più grande e spinoso problema del paese è ora un fatto compiuto... Il primo gruppo di lavori per un importo di venti milioni saranno dati in appalto il 28 corrente mese".
L'appalto fu aggiudicato all'impresa Guarino e il geom. Giucastro, tecnico del Comune, ebbe l'incarico di direttore  dei lavori. Si ricominciò con il localizzare e selezionare le sorgenti che scendevano a valle e impinguavano il fiume Anapo. Sulle colline di Guffari ne furono scelte e captate sei: Rugna don Memmu, Intermedia, Stravientu, Rutti, Ciaramiru, Viola; altre tre vennero captate sul versante di Madonna degli Angeli. Si realizzarono le "opere di presa" con scavi a ritroso fino all' affioramento geologico e quindi sul versante Madonna degli Angeli fu costruito il bottino di carico generale che doveva accogliere tutte le sorgenti. Da qui, l'acqua sarebbe arrivata per gravità al grande serbatoio di raccolta.

Attraverso altri lotti di intervento e sempre grazie alla determinazione del sindaco Branca, a cui in seguito alle dimissioni del 1949 era succeduto il commissario prefettizio Guglielmo Li Greci, dopo oltre quattro anni di intenso lavoro si riuscì a realizzare questa grande opera di importanza primaria per Palazzolo.

Il grande giorno
Qualche tempo prima che l'acquedotto fosse completato, tramite un manifesto pubblico, fu lanciata la campagna per i contratti di allaccio alla inauguranda rete idrica.
Il dott. Alfredo Tranchina si aggiudicò il primo posto nella graduatoria degli utenti, seguirono il dott. Ferla, l'osteria Zazà, il barone Musso, il farmacista Farina, u Sarausaneddu, la famiglia Fazzino e cosi via. A poco a poco tutto il paese si convertì all'acqua di Guffari.
Nel febbraio del 1951 la conduttura principale era già arrivata a piano Acre. Da lì, tramite diramazione, bisognava scendere per il Corso e predisporre i primi allacci degli utenti; l'obiettivo principale in quel momento era però quello di arrivare con la condotta subito in piazza del Popolo dove era prevista l'inaugurazione ufficiale dell'opera. Il capo fontaniere sig. Paolo Pirrotta collaborato dal sig. Paolo Lino, da don Luigi (Mirabella), da don Nunzio Filinia (Dibartolo) ebbe veramente il suo gran daffàre.
Da sotto casa Fazzino, alla Balatazza, si passò dall'altro lato del Corso e con il condotto si arrivò proprio dentro l'atrio comunale dove fu provato lo schizzo d'acqua che doveva essere il vero protagonista della manifestazione. A tale scopo, Pirrotta modificò e adattò una lancia come quella in uso tra i Vigili del Fuoco.
Il giorno dell'inaugurazione, al centro della Piazza fu costruito un castelletto in legno tutto infiorato con all'interno la lancia pronta per entrare in azione. Sotto la lapide dei caduti, la mattina del 15 aprile del 1951, il palco delle autorità era stipato fino all'inverosimile. Erano presenti: il commissario Li Greci, l'on. Franco e consorte, i tecnici del Genio civile, del Comune, e tantissimi altri personaggi; mancava, inspiegabilmente, l'avv. Rosario Branca artefice principale dell'opera. Dopo i vari discorsi di rito, finalmente, al suono della banda e degli applausi, un potentissimo getto d'acqua di Ufra, alto oltre quattro metri, zampillò prepotentemente dalla improvvisata fioriera. Un grande evento, una giornata storica per i Palazzolesi! L'acqua, da quel momento, a poco a poco entrò nelle case dei cittadini e diventò un bene a portata di tutti.    

Da Guffari al pozzo Costa
In seguito l'opera fu integrata con la costruzione dell'anello principale e delle varie diramazioni.

Ma, con il passare del tempo, aumentando le esigenze delle famiglie aumentava pure il consumo dell'acqua e Guffari e Fontanagrande arrivarono a non soddisfare sufficientemente le richieste dell'utenza. Si fecero quindi dei sondaggi nelle campagne circostanti e in contrada Adifalca fu intercettata una falda acquifera con una discreta portata. Dal pozzo artesiano realizzato a valle furono immessi in rete altri tre litri di acqua al secondo pompati da un motore diesel (la zona non era ancora elettrificata) che richiedeva il controllo costante di un operaio addetto. A questo compito attesero, con grande zelo, prima don Giovannino Lacarrubba e poi don Mario (Cusumano). In rete fu poi convogliata la sorgente di San Giovanni che risultò essere ricchissima di calcio e quindi altri due tre litri di acqua furono captati in contrada Cavetta. In seguito, per soddisfare le sempre maggiori esigenze dell'utenza furono aggiunti altri dieci litri di prezioso liquido provenienti da Cava del Signore. Anche questo nuovo apporto di acqua in rete, alla lunga, non bastò a soddisfare la sempre maggiore richiesta d'acqua.
Diciotto anni fa, circa, la grande svolta. In contrada Vallefame, limitrofa a Cava del Signore, fu rilevato dal Comune di Palazzolo un pozzo ricadente nella propriètà Costa: quarantacinque litri di acqua al secondo!
L'assessore del tempo Andrea Musso, collaborato dal capo fontaniere Salvatore Liistro e da tutto lo staff, abbracciò la causa in toto e, grazie anche alla disponibilità del proprietario del pozzo, riuscì a condurre in porto questa importantissima operazione che sollevò la popolazione di Palazzolo dal problema del razionamento dell'acqua.
Allo stato attuale, dunque, l'acquedotto civico di Palazzolo eroga, senza soluzione di continuità, ben sessanta litri di acqua provenienti da Guffari, Adifalca, Cava del Signore e pozzo Costa.

IL CORRIERE DEGLI IBLEI, aprile 2001

1 commento:

Unknown ha detto...

Una grandissima, peraltro giustificata, emozione provo nel vedere questa immagine. Leggendo poi l’ultima parte dell’articolo correlativo, pubblicato nell’aprile del 2001 da “ IL CORRIERE DEGLI IBLEI “ addirittura due lacrimuccie hanno fatto capolino nei miei occhi stanchi ché da 80 anni vedono accadimenti belli, brutti, edificanti, scoraggianti, buffi, ecc. …
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... omissis … << Anche questo nuovo apporto di acqua in rete, alla lunga, non bastò a soddisfare la sempre maggiore richiesta d'acqua.
Diciotto anni fa, circa, la grande svolta. In contrada Vallefame, limitrofa a Cava del Signore, fu rilevato dal Comune di Palazzolo un pozzo ricadente nella proprietà Costa: quarantacinque litri di acqua al secondo!
L'assessore del tempo ANDREA MUSSO, collaborato dal capo fontaniere Salvatore Liistro e da tutto lo staff, abbracciò la causa in toto e, grazie anche alla disponibilità del proprietario del pozzo, riuscì a condurre in porto questa importantissima operazione che sollevò la popolazione di Palazzolo dal problema del razionamento dell'acqua.
Allo stato attuale, dunque, l'acquedotto civico di Palazzolo eroga, senza soluzione di continuità, ben sessanta litri di acqua provenienti da Guffari, Adifalca, Cava del Signore e pozzo Costa >>.
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Amici di fb, … un articolo pubblicato ben 15 anni fa di cui l’interessato diretto, il sottoscritto, ne viene a conoscenza solo in questo momento.
Mi sento veramente felice, appagato del fatto che qualcuno si sia ricordato di me, mi abbia menzionato in un suo articolo pubblicato in un giornale, mi sento veramente inorgoglito dal fatto che qualcuno abbia riconosciuto in me dei meriti e li abbia resi pubblici.
Sinceramente, in passato, non avevo voluto accendere riflettori su questo importantissimo argomento; non avevo voluto rendere pubbliche le innumerevoli difficoltà, tecniche, economiche e principalmente POLITICHE che, giorno dopo giorno dovetti, all’epoca, affrontare e risolvere.
Oggi però grazie all'esimio Prof. NELLO BLANCATO, che, bontà Sua, dopo quasi 35 anni ha voluto rispolverare l’argomento … le cose sono cambiate … ed io personalmente, popolo di FB, vi racconterò, per filo e per segno, come è mia abitudine, tutta (perché, come e quando) la storia del << POZZO COSTA >>, Vi deluciderò sulla ... Q U A N T I T A ’ ...
... E … Q U A L I T A’ … dell’ acqua che esso dona … SECONDO DOPO SECONDO alla popolazione di Palazzolo Acreide … ma soprattutto Vi informeò … DELL’USO CHE SE NE POTREBBE E DOVREBBE FARE …
a presto.