«Tre cose sottili sono il maggior sostegno del mondo: il sottil rivolo di latte dalla mammella della mucca dentro il secchio; la foglia sottile del frumento ancora verde sulla terra; il filo sottile sulla mano di una donna industriosa. Tre rumori di prosperità: il muggito di una mucca gonfia di latte; il tintinnio del ferro di una fucina; il fruscio di un aratro.» (The Trials of Ireland, secolo IX)

Restaurato il fercolo (‘a raricula) della reliquia



In occasione dei festeggiamenti di san Sebastiano a Palazzolo domenica 6 agosto alle 18,30 sarà portato in processione

Nel 2000, anno del Grande Giubileo, per volontà del parroco padre Angelo Caligiore e del Comitato dei festeggiamenti in onore di san Sebastiano, fra le numerose iniziative intraprese, (una su tutte ricordiamo la solenne processione dalla basilica di san Paolo a quella di san Sebastiano delle 21 Reliquie del Santo Martire provenienti da tutta la Sicilia) e grazie al contributo dei devoti e dei fedeli, furono restaurate la vara grande opera di Giuseppe Giuliano (Giuseppe Giuliano scolpì 1892) e la vara piccola, ‘a vara chê cianciani, realizzata dall’ “Officina Costa” nel 1923 e rimasta in disuso dal 1941.

Ora, a distanza di 23 anni, il parroco pro tempore don Salvo Randazzo e il Comitato dei festeggiamenti hanno finalmente deciso di fare restaurare il fercolo (‘a raricula) della sacra Reliquia di san Sebastiano. Quest’altra vara uscita anch’essa dall’ “Officina Costa” fu costruita nel 1905, tuttavia la prima uscita ufficiale con le Reliquie avvenne l’anno successivo, dopo l’indoratura eseguita da Giovanni Tanasi da Ragusa (1906).

Il restauro del fercolo è stato eseguito da Francesco Lanzetta restauratore di Beni Culturali, specializzato nel restauro e nella riproduzione di opere d’arte. La prima e la più importante fase del restauro è stata quella conservativa e di risanamento della carpenteria, date le pessime condizioni strutturali del manufatto. Poi si è passati al restauro estetico: stuccatura, levigatura, doratura. Tutti e tre processi delicatissimi, rigorosi, certosini. Dopo due mesi di intenso lavoro, dal 25 maggio al primo di agosto u. s., quest’altro prezioso bene artistico patrimonio della parrocchia san Sebastiano di Palazzolo Acreide e quindi di tutti i palazzolesi, devastato dalle ingiurie dell’uso e del tempo, è stato recuperato e salvato.



In tal modo il 10 agosto prossimo alle ore 13 in occasione della tradizionale sciuta, precederà, come sempre, il fercolo grande con il simulacro del Martire. Potrà così mostrarsi in tutto il suo scintillante splendore alle migliaia di persone presenti per assistere al grande evento. E speriamo che l’uscita di questa raricula restaurata, a incominciare proprio da quest’anno, sia tenuta nella giusta considerazione: contiene la reliquia del Santo, e come tale, è meritevole di varcare la soglia della porta centrale e scendere la monumentale scalinata accompagnata da un nutrito lancio di nzareddi, piuttosto che uscire quasi come una cenerentola. A tal proposito, qualcuno di sicuro si ricorderà della processione serale del 10 agosto del 1976: si uscì con due fercoli, la vara con la reliquia e la vara grande con san Sebastiano.

L’urna della reliquia di san Sebastiano ornata con i simboli del martirio e poggiata su piedistalli sovrapposti campeggia al centro della vara retta da quattro teste di putti alati; ad ogni angolo due colonnine tortili sormontate da angeli reggono la cupoletta; otto festoni fioriti ornano i quattro archi che congiungono le colonnine. All’interno il tetto a pagoda è arricchito da una raggiera a pieno campo con al centro il pellicano con le ali aperte: simboleggia il sacrificio di Cristo ed è un attributo della Carità. La parte superiore del tetto, infine, è circoscritta da vasetti fioriti, e al centro è sormontata da una statuetta del Santo frecciato alta 50 cm.


Alquanto interessante la vicenda raccontatomi da don Paolino Costa (1920-2016) intervistato il 7 febbraio 2009: “Mi ricordo di un aneddoto che mi raccontava mio padre. Prima di decidere di costruire ‘a vara (anno 1905) i sansebastianesi, per la processione della reliquia durante i festeggiamenti, ‘a raricula se la facevano prestare a Buscemi. I più accaniti partivano a piedi di notte e prima dell’alba ritornavano con la vara portata a spalla, pronta per essere utilizzata; dopo la festa la riportavano indietro, con tante grazie, ai legittimi detentori. Così ogni anno, fino a quando un “uccellino” dispettoso (chissà… forse del quartiere di sotto) lasciò intendere che i sammastianisi da quell’anno avevano intenzione di non restituire più la vara. Quando quella volta andarono come al solito a Buscemi a prestarsi il fercolo, ignari della calunnia, furono presi a pietrate dai buscemesi arrabbiati per quanto era stato loro falsamente riferito. E per quella volta, purtroppo, la reliquia non uscì. Mio padre, allora, punto dall’orgoglio, “stampò” subito il disegno e iniziò a costruire la vara per la reliquia. Molti parrocchiani contribuirono alle spese per il materiale ammontanti a 150 lire, ma fu grazie al contributo di tre componenti della Commissione che si riuscì a coprire quasi tutte le spese”.

Per dare il giusto risalto a questo avvenimento (tale è) e quindi per coinvolgere in toto la comunità locale che ha contribuito ancora una volta a sostenere iniziative del genere, il Parroco e il Comitato hanno pensato di portare la raricula restaurata in processione per le vie della città. L’appuntamento è per domenica 6 agosto alle ore18,30: il fercolo accompagnato dalla banda musicale Akrai “Città di Palazzolo” e dalla folla dei fedeli, uscirà dalla chiesa del convento di via Nazionale, per fermarsi in piazza del Popolo. È previsto l’intervento di Francesco Lanzetta, di Seby Costa e di quanti hanno collaborato in prima persona con il restauratore. La Santa Messa, celebrata sul sagrato della Basilica di san Sebastiano, chiuderà la manifestazione.

Nello Blancato

Dalla terra dei Santoni, 3 agosto 2023 (inedito)


1 commento:

Anonimo ha detto...

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