«Tre cose sottili sono il maggior sostegno del mondo: il sottil rivolo di latte dalla mammella della mucca dentro il secchio; la foglia sottile del frumento ancora verde sulla terra; il filo sottile sulla mano di una donna industriosa. Tre rumori di prosperità: il muggito di una mucca gonfia di latte; il tintinnio del ferro di una fucina; il fruscio di un aratro.» (The Trials of Ireland, secolo IX)

Rosari e Rosari

"Lu primu misteru vuogghiu 'ncuminciari, ca l'armi santi su misi a li porti..."


Palazzolo Acreide.
Il 7 di questo mese (ottobre) si è celebrata la memoria della Beata Vergine Maria del Rosario. La festa fu istituita da Pio V nel 1572 in ricordo della battaglia navale di Lepanto del 7 ottobre 1571. La vittoria della Lega cristiana sui Turchi fu conseguita nel momento in cui le confraternite del Rosario sfilavano in solenne processione a Roma, per cui tale concomitanza ingenerò la convinzione che il successo dello scontro fosse da attribuire all'intercessione della Vergine. 

TOPONOMASTICANDO. Padre Giovanni Calendoli

 (Via Calendoli, 3a a sx di via Castelvecchio)
Il Dizionario Biografico degli italiani della Treccani, il Devoto-Oli, il Melzi Scientifico alla voce Calendoli riportano puntualmente il nome della formidabile invenzione di questo illustre palazzolese: la Simultanea. Nella fattispecie il Melzi, nell’edizione del 1947, a p.224  scrive testualmente: Calendoli (padre Giov.), Meccan. siciliano, invent. della Simultanea (macchina tipografica da comporre), 1841†1896.   

Dolcezze d'autunno: mostarda, cotognata, pasta reale

 Sono tre tipici dolci che hanno in comune il sole siciliano, la squisitezza e la lunga conservazione.

ERAN VENTUNO: Don Cicciu Pastasciutta (Francesco Lombardo)


Si chiamava Francesco Lombardo, ma per i Palazzolesi era don Cicciu Pastasciutta, nome "d'arte" diventato poi una sorta di marchio di fabbrica, visto che come ultimo mestiere scelse quello di fabbricare giocattoli. 

Tempo di crastuna (o barbaini)


A luglio e ad agosto si va per chioccioline (vavalucieddi) che, dormienti, stanno abbarbicate su spine e cespugli. Per non pungersi e per far presto occorre munirsi di un bastone e di un vecchio ombrello aperto all'ingiù: battendo gli steli le chioccioline vanno a finire sugli spicchi dell'ombrello.

TOPONOMASTICANDO. Palazzolesi illustri nella toponomastica cittadina: Padre Bartolomeo Bernal (1425-1500)

(Ronco Bernal, 2° a dx di via Ariete)


Ronco Bernal... Bernal! Chi era costui? Questo è il dubbio che assale chi nel leggere il nome di una strada intitolata ad un personaggio locale, si trova al cospetto di una targa che ne riporta il cognome nudo e crudo.

I "nuri" di san Sebastiano

Il 10 agosto 1999 a Palazzolo, in un ideale abbraccio senza confini, si incontrano tutti i devoti del Santo bimartire

Palazzolo Acreide. Tutto iniziò nella primavera del 1414 quando nell'antico porto di Trogilo, tra Siracusa ed Augusta, i naufraghi di una nave inglese tentarono di riportare via una cassa con dentro la statua di S. Sebastiano ritenuta l'artefice della loro salvezza. Furono inutili i loro sforzi e quelli dei Siracusani: la cassa miracolosa divenuta pesantissima, sembrava piantata sugli scogli. Solo i Melillesi riuscirono a portare in paese la statua del miracolo. Da allora il culto di S. Sebastiano, già assai diffuso fin dal IV sec., in Sicilia ricevette un nuovo grande impulso.

Angelo Cassarino: sette volte in cammino per Santiago de Compostela

Sono rimasto impressionato dall’atmosfera che si respirava e da una serie di rituali come quello del “botafumeiro”. 


Palazzolo Acreide. Sette, numero magico anche per Angelo Cassarino, per sette volte sul Cammino per Santiago de Compostela.

ERAN VENTUNO: Don "Giorgiu" (Giorgio Licitra)


Nato a Ragusa il 3 marzo del 1880, don "Giorgiu"  incominciò a bazzicare a Palazzolo fin da piccolo, quando ancora la canapa dalle nostre parti era intensamente coltivata. Assieme al padre cordaio compravano la materia prima per la loro attività e a Ragusa la trasformavano in corde che poi vendevano nel loro stesso negozio.

A Palazzolo sempre attuali i variceddi

Nugoli di ragazzini girano per le strade del quartiere portando in spalla "i variceddi", piccole "vare" costruite da loro stessi con l'effige del santo da festeggiare.



Palazzolo Acreide certamente un primato lo detiene: nei quattro mesi dell'estate riesce a festeggiare con grande solennità la bellezza di ben quattro Santi, in media uno al mese.

Estate, tempo di origano

A Palazzolo passa ancora un ambulante modicano che altre ai capperi (i coccia ‘e ciaaaappiri) vende mazzetti di origano spontaneo.

Palazzolo Acreide.  Estate, tempo di origano. Origano, “gioia della montagna”, dal greco “oros”, montagna e “gonos" gioia.

Quando le donne lavavano al fiume

…si partiva sempre di prima mattina, col carretto, a barda, a piedi, per scorciatoie e sentieri appena tracciati...
Palazzolo Acreide. Un notissimo canto popolare ci rammenta l’atavica consuetudine del bucato affidato alla donna: ”Sant’ Anna lavava,  Maruzza stinnìa, Gesuzzu chiancìa, minnedda vulìa...”. Proprio sant’Anna , la “nonna” di Gesù cioè, è la protettrice delle lavandaie.

Qua, dove fioriscono i limoni

 …La naca ti cunzai ‘n mienzu l’aranci,‘n mienzu l’aranci e la lumia…


Palazzolo Acreide. Qualche tempo fa ad un personaggio importante, appena messo piede all’aeroporto di Fontanarossa, fu chiesto cosa l’avesse colpito al primo impatto con l’isola: “Il profumo inebriante della zagara dei limoni e degli aranci” fu la pronta riposta dell’intervistato.

ERAN VENTUNO: Don Paulinu Genoveffa (Paolo Infantino)


Don Paolino il patronimico Genoveffa lo aveva ereditato dalla madre mentre questa era ancora in vita. Faceva il calzolaio e nello stesso tempo badava ad un buco di negozio, attiguo alla scarparìa, una specie di microbazar dal tetto basso, tutto scaffalato, sito al n. 27 di ronco Cairoli (u curtigghiu ri Furcedda, dal soprannome di don ‘Mmastianu che c’abitava).